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WWF Calabria: autorizzare la caccia è una vergogna

CALABRIA - Per il WWF Calabria autorizzare l'inizio della stagione venatoria mentre ancora l'intera regione è interessata dai roghi è una vera vergogna. "Un colpo di grazia alla fauna selvatica".
Il primo settembre si riapre la caccia: così aveva deciso la Giunta Regionale a Luglio e così sarà, nonostante siano ancora fumanti gli innumerevoli roghi che hanno devastato la Calabria, provocato morti, incenerito migliaia e migliaia di ettari di territorio. Dopo una stagione di fuoco, peraltro non ancora finita, che ha distrutto gran parte dei boschi, dei campi e della macchia mediterranea, per gli animali selvatici sopravvissuti alle fiamme e al fumo, quarantamila fucili sono pronti a scaricare un inferno di piombo, senza nessuna pietà, senza alcuna considerazione per l’immane disastro che ha colpito l’ambiente calabrese. A parte il danno diretto della morte di migliaia di animali e dei loro piccoli nati, gli incendi hanno ridotto e frammentato notevolmente gli habitat idonei, costringendo la fauna a concentrarsi in aree più ristrette e aumentando così i fattori che ne accrescono la mortalità.

Consentire la caccia come se nulla fosse accaduto è dunque un atto scellerato e inconcepibile.Gravissima la responsabilità della Giunta Loiero , dell’Assessorato all’Agricoltura e di quello all’Ambiente, che prima hanno approvato e poi, nonostante una richiesta specifica inoltrata dal WWF ai primi di agosto, non hanno inteso modificare minimamente un calendario venatorio che prevede addirittura l’apertura anticipata della caccia. Come se gli animali, anziché essere stati uccisi dalle fiamme, si fossero ulteriormente moltiplicati; come se lo spazio a loro disposizione, piuttosto che ridursi in seguito agli incendi, si fosse allargato a dismisura. E’ davvero inaudito che, dopo le denunce, le proteste e le esternazioni sulla catastrofe ambientale che ha interessato la Calabria, pronunciate dagli stessi rappresentanti politici, nulla si sia fatto per tutelare la fauna, vittima sacrificale di un asservimento ai desiderata dei cacciatori che suona come un’autentica vergogna.

La Regione dovrebbe spiegare infatti ai tanti Calabresi che se lo chiedono, perché mai lo stato di calamità naturale che è stato invocato a gran voce, debba interessare solo il patrimonio boschivo o quello agricolo e non lo stesso patrimonio faunistico che costituisce un tutt’uno con l’ambiente. La risposta è semplice: perché l’interesse di questa Giunta per la tutela della fauna è uguale a zero, considerato che gli animali non votano e i cacciatori sì.Sarebbe bastato applicare, così come aveva chiesto espressamente il WWF, l’art.19 comma 1 della legge n.157/92 che consente alle Regioni di “vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche, per malattie o altre calamità”, o, quanto meno,individuare e vietare la caccia nelle aree limitrofe ai territori colpiti dagli incendi.

Se ciò non è stato fatto, vuol dire che la Giunta Calabrese non ritiene che gli incendi siano una calamità per gli animali, ma solo (eventualmente) per le piante.In realtà, con le fiamme che hanno devastato Parchi Nazionali e altre aree protette, il fuoco ha mandato in fumo buona parte del futuro stesso di questa Regione.

WWF Calabria - 30/08/2007
01/09/2007
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