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Testimoni di Geova: obbligo trasfusione

E' stato salvato da una trasfusione di sangue. Una terapia decisa non dai medici, ma da un giudice contro la volontà dei figli. E' la storia di un uomo di 68 anni colpito da un'emorragia cerebrale. I medici, capita la gravità, scelgono di procedere con la terapia, nonostante l'uomo sia Testimone di Geova, religione che impone di rifiutare le trasfusioni. L'uomo viene salvato, ma la famiglia avverte i medici: "Vi denunciamo".

E' la sera del 31, il paziente arriva all'ospedale Niguarda di Milano in condizioni gravissime. I medici dispongono il trasferimento nel reparto di rianimazione neurologica: ha un'emorragia cerebrale, e l'unico modo per tentare di salvarlo è fare una trasfusione. Ma l'uomo, così come la sua famiglia, è Testimone di Geova. Motivo per cui i figli, nonostante la situazione seria, sono fermi e decisi: "Non metterete sangue nel corpo di nostro padre".

I medici, così come riporta La Repubblica, si trovano davanti a una decisione difficile:se intervengono c'è il rischio di essere denunciati per lesioni dalla famiglia. Se non fanno la trasfusione e l'uomo muore rischiano di essere incriminati per omicidio colposo.

Ma il tempo stringe e la decisione deve essere presa, senza esitazioni: e così i medici si rivolgono al posto di polizia dell'ospedale. Viene interpellato il pm di turno, Edi Pinatto. E il magistrato non ha dubbi: il bene della vita prevale. Sì alla trasfusione. I medici, intervengono e per ora l'uomo è fuori pericolo. Ora resta solo da vedere se la famiglia, come annunciato, farà un'azione legale contro i medici.

fonte: Tgcom
04/01/2006

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