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Pane di liberazione e spinta continua al nostro riscatto

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Gesù prima ancora di offrirsi come pane, si presenta come tale, dicendo: «Io sono il pane disceso dal cielo». Menziona la manna del deserto in riferimento a questo pane come pane di liberazione e spinta continua alla realizzazione del nostro riscatto. Inoltre egli è anche pane che alimenta il suo popolo e che bisogna mangiare mentre si è in cammino. È il cammino della nostra tormentata storia umana, oltre che della nostra storia personale. Ciò che è successo con Elia, al quale Dio ha fatto pervenire il pane e la bevanda necessaria perché riprendesse vigore e proseguisse il cammino, succede anche con l'intero suo popolo e con ciascuno di noi, perché la comunione con Gesù ci dia ogni volta ciò che manca alla nostra umanità limitata, per riconquistare l'Illimitato e camminare sul sentiero dell'eternità. Sicché Gesù è il pane della vita immortale ed è la stessa vita senza fine. Cioè ci conferisce una vita che non verrà mai meno e che attraverso la carne del Figlio di Dio, salva la nostra realtà nella sua interezza, salva la nostra carne fragile e mortale e la risana nelle sue radici, rendendola immortale.

PREGHIERA
Ancora fiorisce la ginestra sulle nostre montagne
e profuma l'aria surriscaldata d'agosto.
Eppure i suoi cespi dorati cominciano a ripiegarsi
e fra non molto spariranno del tutto.
Sotto uno di quei cespugli anch'io ho immaginato
di attendere la stessa sorte,
come Elia, stanco del suo cammino
e della sua solitudine...
Eppure anche lì, Signore, la tua mano l'ha raggiunto
Qui allora aspetto il tuo invito
che mi rimette in piedi
per riprendere il cammino.
Qui mi raggiungi ancora
ed io sono felice di camminare
insieme ai tanti che tu chiami
perché il viaggio continui,
verso quel futuro che si tinge di luce. (GM/09/08/09)

1 Libro dei Re (19,4-8) - In quei giorni, Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

Vangelo di Giovanni (6,41-51) - In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

09/08/2009

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/2009/19%5e-domenica-dell%27anno-b---2009.aspx
Data: sabato 20 aprile 2024 - 06:03:29