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Ecco la nostra saggezza e la nostra intelligenza agli occhi dei popoli

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Questa sarà la nostra saggezza e la nostra intelligenza agli occhi dei popoli: che il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo». Adattando a noi queste parole, possiamo vedere in esse un anticipo del tema di questa domenica. Consiste nel mostrare Dio vicino a noi ogni volta che l'invochiamo. Ma quanto egli ci è vicino? Più vicino persino del nostro cuore, perché, seguendo Sant'Agostino, ciascuno di noi può affermare: egli è «più intimo della mia parte più intima, più alto della mia parte più alta» (Conf. 3,6,11). E tuttavia per riconoscere Dio si richiede anche una purezza interiore. È proprio ciò che Gesù ha voluto dire con la sua proclamazione: «Beati i puri di cuori, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). Il testo originale sottolinea che bisogna essere puri interiormente (nel cuore, katharòi tê kardìa), perché spesso ci si limita a ritenere sufficiente la purezza esteriore, e dunque quella superficiale. Così pensavano alcuni farisei e scribi, che rimproveravano a Gesù l'impurità esteriore dei suoi discepoli. Gesù denuncia l'equivoco in cui essi incorrono, dando tanta importanza a ciò che è esteriore, invece di comprendere e di insegnare che la cattiveria può solo venire dall'interno del cuore e rovinare ogni cosa. Diventare saggi può allora significare per noi una sola cosa: raggiungere la nostra parte più intima e qui incontrare amorevolmente Dio e il nostro prossimo.

PREGHIERA
O Dio, padre di tutti gli uomini,
mi riesce impossibile credere che tu accetti
preghiere e sacrifici da parte di coloro
che si purificano le mani
e tuttavia dal più intimo del loro cuore
generano indifferenza, malvagità
e persino pensieri d'omicidio.
Sicché alcuni si ritengono pii,
pur essendo sotto il potente morbo della violenza,
accontentandosi di lavarsi le mani
senza lasciarsi risanare il cuore.
E da chi? Esiste un medico che possa agire
così profondamente da guarirci
da questa malattia? Che possa arrivare fin al punto
dove i nostri sentimenti si mescolano
e noi chiamano religione ciò che è solo inumanità
e incapacità di stare con gli altri, o in parole vere,
incapacità d'amare? E cosa sarebbe la religione
senza compassione e senza amore?
Sarebbe proprio ciò che noi e non TU
di essa abbiamo fatto e ancora facciamo:
la proiezione del nostro odio
in questa davvero immonda religione.
Perdonaci e dacci un cuore nuovo. Amen! (GM/30/08/09)

Deuteronomio (4,1-2.6-8) - Mosè parlò al popolo dicendo: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: "Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente". Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?».

Vangelo di Marco (7,1-8.14-15.21-23) - In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». E diceva suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza,invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».

30/08/2009

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/2009/22%5e-domenica-dell%e2%80%99anno-b-%e2%80%93-2009.aspx
Data: giovedì 18 aprile 2024 - 13:14:20