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Nascendo in quella città, il Messia sarà l'incarnazione della pace

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Le parole piene di commosso stupore da parte di Elisabetta di fronte a Maria sono: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?». Rimandano a quelle di Davide, che dinanzi all'arca dell'alleanza confessava il suo smarrimento, dicendo: «Come potrà venire presso di me l'arca del Signore?» (2Sam 6,9).
A differenza del re, che per paura, non aveva accettato nella sua città di Betlemme l'arca della presenza di Dio, Elisabetta accoglie invece Maria nella sua casa e le fa festa insieme con il bambino, che esulta nel suo grembo. Madre e figlio annunciano la prossima venuta del Messia, la cui presenza non atterrisce più gli uomini, come succedeva con la prima arca, ma, nascendo in quella stessa città che allora l'aveva rifiutata, sarà l'incarnazione della pace: «egli stesso sarà la pace!». In quanto tale, guiderà il suo popolo «con la forza del Signore e con la maestà» del suo nome. Accostandoci anche noi a Maria, Arca che porta Dio nel mondo, vogliamo gioire con lei e confessare la grandezza di Dio in mezzo ai fratelli.
(Icona che mostra il commosso e affettuoso incontro tra Maria ed Elisabetta)

PREGHIERA
Abbraccio» si chiama quest'icona
e tutto in essa parla di gioia che non indugia
e di santità che si colora di amabile affetto.
Voi, due donne singolari, Maria ed Elisabetta,
portate in grembo
due mirabili promesse, insegnandoci
a non temere la presenza di Dio,
perché Egli non minaccia la vita,
ma, al contrario, rende feconda ogni umana sterilità.
Ci insegnate che Dio non sopprime la nostra libertà
ma rende più grandi e più puri i nostri affetti.
Essi brilleranno anche in noi
nella luce di colui che viene
come quelle stelle che ornano la fronte
e le spalle di te, dolcissima
madre e vergine Maria! (GM/20/12/09)

Profeta Michea (5,1-4) - Così dice il Signore:«E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui,fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».

Vangelo di Luca (1,39-48) - In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

19/12/2009

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/2009/4%5e-domenica-d%27avvento-2009-(anno-c)-.aspx
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