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La collocazione dell'uomo sulla terra è provvisoria ed "esodale"

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - È la 2^ domenica di quaresima. In riferimento alle letture bibliche, si può dire che la nostra collocazione sulla terra è solo provvisoria ed "esodale". Significa che siamo in cammino, come il popolo di Dio nel suo esodo. Il Vangelo di Luca indica appunto come "esodo" le ore decisive di Gesù sulla terra, dopo aver annotato ripetutamente che egli andava verso Gerusalemme. Anche noi siamo in cammino, ma verso dove? Le Scritture, che il Vangelo presenta come personificate nelle figure bibliche di Mosè (Pentateuco) ed Elia (Profeti), ci dicono, attraverso la lettera di Paolo ai Filippesi, che se "la nostra cittadinanza è nei cieli, di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso". Credere in ciò è volgere i propri pensieri e orientare la propria vita verso una meta che non sottovaluta il nostro cammino, ma lo orienta e soprattutto lo illumina nelle sue ore più buie e più impenetrabili.

PREGHIERA
A mezzanotte può persino risplendere il sole
annunciando un nuovo mattino che sta per arrivare.
Così mi appari, Gesù, nella tua trasfigurazione.
Mentre si preparava l'ora più buia della tua vita,
splendevano le tue vesti più del sole
e più forte ancora era la tua consapevolezza,
con le Scritture che la riconfermavano,
che tu eri venuto per "quell'esodo
che stava per compiersi a Gerusalemme".
Ora ti preghiamo: quando anche per noi
la notte viene e spiraglio alcuno
di luce non appare, siano le tue Parole
ancor più forti di quelle di Mosé ed Elia.
Ci smuovano da qualunque luogo,
o da qualunque blocco mentale che ci paralizza,
e ci rimandino sulla strada che da casa nostra
ci porta, con te ed i fratelli, verso Gerusalemme.
Là dove si consumerà anche la nostra vita
e si aprirà l'ultimo valico verso la luce,
quella che illumina la nostra destinazione finale. (GM/28/02/10)

Vangelo secondo Luca (9,28-36) - In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Filippesi (3,17- 4,1) - Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

28/02/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/-2%5e-domenica-di-quaresima-2010-(anno-c).aspx
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