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L'Eterno che dà consistenza e spessore alla nostra umana insignificanza

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - È l'ultima domenica prima dell'Ascensione e le letture richiamano le varie forme della presenza del Risorto tra di noi. Con la profondità che gli è propria, l'evangelista Giovanni e il testo della Rivelazione, riconducibile alla sua scuola, riprendono temi biblici fondamentali, per indicare la forza pervasiva e irresistibile dell'azione di Gesù che d'ora in poi si esprimerà attraverso lo Spirito Consolatore. Uno di questi riguarda il "tempio". Nella città futura e definitiva non ci sarà alcun tempio. Perché mai? Perché l'Altissimo (corrispondente in greco a pantokrator e in ebraico a "il Signore delle vette", cioè el shadday) è sceso a prendere dimora quaggiù sulla terra. Egli resta per sempre e personalmente con noi, insieme con l'agnello, cioè con Gesù, l'ucciso risorto. Si realizza così la fusione più intima tra ciò che è "Altissimo" e ciò che è "infimo". Come faremo a tenerlo a mente e soprattutto ad averne cura? Qui interviene un altro termine meraviglioso: quello che, riferito allo Spirito Santo, è normalmente tradotto "egli vi ricorderà ogni cosa", con un verbo che indica un'esperienza incancellabile, perché in origine significa richiamare e far rivivere, perpetuare nella riflessione e nell'attenzione (ebraico zakar). Ma ciò significa anche un terzo e decisivo passaggio: dall'osservare il comandamento, in quanto ordine e norma, all'amore e alla fruttificazione della Parola. È il senso dell'affermazione di Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola». Se questo avviene, si realizza già da ora la discesa e la permanenza dell'Altissimo in questa nostra vita quotidiana e l'Eterno dà consistenza e spessore alla nostra umana insignificanza.

PREGHIERA
Tu che sei stato e sei ancora invocato
come "il Dio delle altezze inaccessibili",
non hai disdegnato di provare le vertigini
di questo nostro abisso e ci hai raggiunto
dove la nostra violenza e solitudine
ci hanno da tempo relegati.
A noi che abbiamo eretto templi sulle vette
per avvertire qualcosa della tua Presenza
hai offerto molto di più.
Sei venuto mite come un Agnello,
simbolo di mitezza e d'amore.
Di chi viene sacrificato
nella sua infinita innocenza
e per questo lascia nella mente
e nel cuore il ricordo incancellabile
che spinge ad una pace tutta nuova,
che nessuno in questo mondo, all'infuori di te,
potrà mai darci. (GM/09/05/2010)

Libro della Rivelazione (Apocalisse, 21,10-14.22-23) - L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.

Vangelo di Giovanni (14, 23-29) [Gesù disse suoi discepoli:] «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

09/05/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/6%5e-domenica-di-pasqua-2010-.aspx
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