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«La parola di Dio è degna di fede e non può essere incatenata!»

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «La tua fede ti ha salvato!». Così dice Gesù al samaritano che egli ha guarito dalla lebbra, l'unico dei dieci che aveva avvertito il bisogno di ringraziarlo. «La parola di Dio è degna di fede e non può essere incatenata!». È questo il messaggio della seconda lettura. Riassumendo, la fede è una forza invincibile. Ci consente di oltrepassare i nostri limiti, rendendoci resistenti ad ogni avversità. «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi: a chi ha Dio nulla manca», scriveva Teresa d'Avila, e queste semplici parole riprese e ripetute nel bel canto di Taizé* dicono molto di più di ciò che si potrebbe dire qui. C'è solo da aggiungere che la frase di Paolo «perciò io sopporto ogni cosa» (pánta upoménō) è da intendere proprio così «grazie alla fede io resisto ad ogni avversità». Ma come possiamo farlo anche noi? Ad una sola condizione: che lasciamo spazio all'azione di Dio in noi, affidandoci a lui anche nei momenti più duri e dolorosi, con la ferma convinzione che egli ci sostiene. Soltanto allora noteremo che egli è rimasto sempre al nostro fianco e guarderemo all'indietro per ringraziarlo.
CANTO

PREGHIERA
Chi avrebbe mai detto che qui su queste colline
nella Foresta Occidentale della Germania
avrei trovato piccole e semplici le stesse piante
che affrontano, come nel Sud dell'Italia,
l'autunno e che rinasceranno dalle loro radici
dopo l'inverno?
L'autunno illumina anche qui ogni cosa
con i suoi mille colori e a guardarli bene,
ci parlano anch'essi di te,
che sei la Luce, che dà colore alla vita.
Andando tra i sentieri che portano sempre più in alto,
ho scrutato ancora una volta e strade e villaggi,
e piante e foreste; ho spinto lo sguardo
fin dove era possibile,
e ancora una volta ho avvertito come un sussurro:
«La fede che sempre t'ha dato energia,
ti salverà ancora una volta. Tu solo va' avanti!».(GM/10/10/10)

2 Timoteo (2,8-13) - Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io "sopporto" ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.

Vangelo di Luca (17,11-19) - Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».

 

10/10/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/28%5e-domenica-dell%27anno-2010-(anno-c).aspx
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