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La "consolazione eterna" e la "buona speranza" che deve confortare i nostri cuori, pensando ai nostri cari che ci hanno preceduto

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Inizia la parte finale dell'anno liturgico in corso, perché le domeniche sono 33, cui è da aggiungere la domenica finale, dedicata a Cristo Re. Come ogni anno, la liturgia tocca in queste domeniche il grande tema del compimento del tempo e anche della vita umana individuale e collettiva. È il tema detto "escatologico" (da "eschatà", che in greco significa le "ultime cose"). Lo introduce Gesù nella parte finale dei vangeli sinottici, prima della passione e risurrezione. Il brano di oggi ne è come un anticipo. L'"Aldilà", che significa la realizzazione definitiva di quella nostra dimensione "trascendente" già presente durante la nostra vita (la "vita eterna") non è umanamente immaginabile. Indica però una vita reale ed autentica, perché parla dei "figli della risurrezione", collegandoli direttamente alla morte e alla risurrezione di Gesù. Lo stesso che ha indicato già venti secoli fa che gli esseri umani nell'aldilà "non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio". È questa la "consolazione eterna" e la "buona speranza", di cui parla Paolo, che deve confortare i nostri cuori, pensando ai nostri cari che hanno già raggiunto l'altra sponda del tempo, al di là del tempo stesso. 

PREGHIERA
Tra tutte le immagini quella della clessidra
è la più inquietante.
Come vedere in essa, o Signore,
un segno di consolazione e di speranza,
se il tempo ci viene sottratto ogni giorno
e il cammino, già irreversibile, si accosta ogni dì
sempre più verso la fine?
«Verso la fine, dici?» - mi sembra Tu risponda.
E continui: «Non è forse ciò per cui hai pregato ed amato,
hai sorriso ed hai pianto, mentre cercavi tracce del mio volto
oltre il riverbero delle colme vetrine al tramonto?
Cadeva la sera sui tanti prodotti notte e giorno lì esposti,
e t'ho dato la grazia di capire che nessuno di essi
e nemmeno la loro somma
avrebbe aggiunto un solo sorriso alla tua gioia».
Te ne ringrazio, rispondo, ma il tempo è troppo poco
e la sabbia scende troppo in fretta. Che cosa chiederti allora?
Che batta più in fretta il mio cuore per te
e che cresca il mio amore, mentre cerco
anche sulla superficie di questo primitivo orologio
qualche tratto della tua eternità che non passa. Amen!
(GM/07/11/04)

Vangelo di Luca (20,27-40) - In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

2 Lettera ai Tessalonicesi (2,16-3,5) - Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene. Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno. Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all'amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

07/11/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/32%5e-domenica-del-2010-(letture-anno-c).aspx
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