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Maria: la vetta più alta alla quale potessimo umanamente aspirare

 LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il Natale, ormai imminente, non è solo una festa, ma un «messaggio di salvezza» e «riguarda il Figlio di Dio Gesù Cristo umanamente discendente da Davide». L'indicazione di Paolo (nella seconda lettura) ci ricorda la storia d'Israele e allude alla carne e al sangue del Messia presi da una donna, appartenente a quella identità storica, ma che supera ogni limite territoriale e storico. Maria rappresenta infatti la nostra umanità: ne raffigura la parte migliore pienamente realizzata. Ha portato nel suo grembo il Messia e lo ha dato alla luce per l'intero genere umano. Costituisce la vetta più alta alla quale potessimo umanamente aspirare ed è la risposta d'amore a Colui che «ci ha amati e chiamati per appartenere a Gesù Cristo ed essere il suo popolo». Rileggendo il testo d'Isaia, ci appare Lei stessa il segno, cioè il luogo e la condizione spirituale perché Dio, l'Infinito, contragga la sua immensità per racchiudersi in un corpo umano, che prende forma nel suo corpo di donna, senza intervento di alcun uomo perciò corpo che resta verginale. Nel Vangelo di Matteo l'enorme mistero di cui è coprotagonista è come espresso dal suo silenzio, un silenzio che parla solo attraverso sguardi e pensieri, che additano una sorte straordinaria e benedetta.

PREGHIERA
Ed venne anche lei
a dar frutto destata,
timida e bella oltre ogni pensiero,
ancella in segreto visitata e amata.
Di strade innumerevoli fiorente
nel suo nascondimento.
La mandarono come librandola
al nuovo anno;
e il suo modo vivere, proprio di Maria,
sempre pronto a servire,
divenne regale e maestoso.
Come scampanio festoso,
andò la notizia più su, di casa in casa;
e lei, prima ragazza adolescente,
si ritrovò tutta raccolta nel suo grembo
ricolma di quell'Uno,
per migliaia di migliaia,
sicché tutto sembrava illuminarla,
mentre andava come vite ricolma.
(Rainer M. Rilke, Il Libro delle Ore)

Paolo ai Romani Rm 1,1-7 (traduzione Interconfessionale lingua corrente) - Vi scrive Paolo, servo di Gesù Cristo. Dio mi ha scelto e mi ha fatto apostolo, perché io porti il suo messaggio di salvezza. Dio, per mezzo dei suoi profeti, aveva già promesso questo messaggio di salvezza. Esso riguarda il Figlio di Dio Gesù Cristo, nostro Signore. Sul piano umano egli è discendente da Davide, ma sul piano dello Spirito che santifica, Dio lo ha costituito Figlio suo, con potenza, quando lo ha risuscitato dai morti. Da Gesù Cristo io ho ricevuto il dono di essere apostolo: perché lui abbia gloria, devo portare tutti i popoli a credere in Dio e a ubbidirgli nella fede. Tra questi siete anche voi tutti che vivete a Roma. Dio vi ha amati e chiamati per appartenere a Gesù Cristo ed essere il suo popolo. Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore diano a voi tutti grazia e pace.

Vangelo di Matteo (1,18-23) - Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

19/12/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/4%5e-domenica-d%27avvento-a---2010.aspx
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