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La malattia peggiore è perdere la gioia di vivere, male oscuro e devastante di questa nostra umanità

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Nel Vangelo Gesù guarisce la suocera di Pietro. Dopo la liberazione dal male e dalle sue conseguenze avvenuta nella sinagoga, la liberazione ha luogo ora in una casa solo formalmente "privata". Infatti è la casa di Simon Pietro, dove Gesù spesso si ritrova con i suoi discepoli e con coloro che lo cercano. Questo significa che la sua potenza liberante (la sua dynamis) è in piena azione anche qui, soprattutto qui. La donna, presa per mano e sollevata da Gesù dal suo letto di dolore, si mette prontamente a servire i presenti, tra i quali ci saranno molti estranei e malati. Allude alla Chiesa che Gesù guarisce e solleva continuamente da ogni prostrazione e debolezza. Senz'indugio essa deve dedicarsi a quanti hanno bisogno di aiuto e di salvezza. Lo deve fare con la gratuità di chi sa che dipende ogni giorno dalla Grazia (2^lettura). Può sollevare gli altri con la forza di Colui che la solleva dalla sua precarietà e caducità. Certamente non ci sono solo le malattie fisiche. C'è l'astenia del cuore e della mente che ad esse si accompagna, ma che talora colpisce anche coloro che sono fisicamente sani. La malattia peggiore è perdere la gioia di vivere. Gesù intende liberare la nostra umanità proprio da questo male oscuro e devastante. Per questo sembra dedicarsi ad altro ed uscire di buon mattino, per potersi ritirare in preghiera. È una grande lezione per la Chiesa intera, ma lo è per tutti noi e per ciascuno in particolare. Cerchiamo sempre nel rapporto con Dio la luce di ogni giorno e il senso della vita!

PREGHIERA
Tu ti allontani quando tutti Ti cercano
e di Te hanno tutti bisogno.
Sicché al mattino presto raggiungi
i luoghi cari alla Tua solitudine e alla Tua preghiera.
Man mano che la luce inonda la terra
scorgi tra le rocce il giorno nuovo
che viene non solo per Te,
ma per tutti noi che calchiamo questo stesso suolo.
Le prime luci avanzavano
e con esse la consapevolezza
che la gioia di ogni nuovo giorno
deve essere diffusa,
portata in tutti gli angoli della terra.
È ben per questo che Tu sei venuto
ed è proprio questo che noi tutti
abbiamo ancora da imparare. (GM/05/02/12)

1^ Corinzi (9,16-19.22-23) - Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.

Vangelo secondo Marco (1,29-39) - In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

05/02/2012

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