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La sorgente è l'amore di Dio, che suscita e sostiene ogni movimento di carità

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Verso la sesta domenica di Pasqua, che precede l'ascensione, è come se convergessero tutti i temi più importanti della Pasqua del Signore, diventata anche la nostra Pasqua. Essi ritornano alla sorgente dalla quale sgorgano e della quale sempre si alimentano. La sorgente è l'amore di Dio, che suscita e sostiene ogni movimento di carità e di affetto tra di noi e viene espresso efficacemente da Gesù nel Vangelo di oggi: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore». Sì, nell'amore bisogna rimanere, perché non è un puro e semplice sentimento passeggero. Che cos'è allora? Dalle parole di Gesù risulta che è «osservare i suoi comandamenti». Osservare: cioè custodire e mettere in atto, come realtà preziose, un messaggio e una missione. Appunto, i suoi comandamenti, cioè il suo mandato, ciò per cui egli ci manda. Sono le Sue consegne, vale a dire i sogni e la visione che Gesù ha del mondo e del suo futuro, degli uomini e della loro salvezza. È il suo «testamento» e ci è stato affidato, perché a nostra volta lo trasmettiamo. È come una fiaccola che da un corridore passa all'altro. Teniamola accesa e lasciamoci sempre invadere dalla sua luce!

PREGHIERA
Guardo questi volti scavati
dalla sapienza e dal sole,
vedo uomini e donne,
religiose e laici tutti uniti e pensosi
tra colori vivaci e festoni orientali.
Sono qui a testimoniare che Tu, Gesù,
ancora una volta avevi ragione:
dove regna l'amore si raggiunge l'unione profonda,
soprattutto quando nasce dall'intensa preghiera.
Qui le mani dignitosamente congiunte,
con le quali si saluta e si prega,
sono le stesse che duramente lavorano
dall'alba al tramonto.
Le tiene unite la forza di andare avanti,
nonostante la violenza che si è scatenata
contro questi tuoi seguaci,
perché Tu sei risorto e nessuno può fermare
un cuore che pensando e soffrendo
continua ad amare. (GM/13/05/12)

1Gv (4,7-10) - Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Vangelo di Giovanni (15,9-17) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

13/05/2012

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/la-locandina-2012/6%5e-domenica-di-pasqua-2012-(b).aspx
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