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Una civiltà a misura d'uomo. Per realizzare se stessi, vivendo rapporti d'amicizia e di pace

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Quando la vagheggiata Gerusalemme celeste discenderà da cielo? Quando la nostra "civiltà", colma ancora di ingiustizie e di prevaricazioni, diventerà una città a misura di uomo, nella quale ciascuno possa realizzare se stesso, vivendo rapporti d'amicizia e di pace con gli altri e realizzando il progetto di salvezza che Dio da sempre ha pensato per noi? Nessuno può dirlo e nemmeno l'Apocalisse, che pur tuttavia rivela (la parola "apocalisse" significa appunto "rivelazione") che ciò alla fine accadrà. Il testo indica pertanto non un determinato momento storico, ma un punto di arrivo finale verso cui bisogna camminare, perché la convivenza diventi comunione e la città sia luogo di rapporti risanati e liberanti. È direttamente Gesù che dà il comandamento "nuovo" dell'amore reciproco. Nuovo: della novità da lui inaugurata, che vede il più grande a servizio del più piccolo e chi più possiede mettere a disposizione dei più indigenti tanto i suoi beni spirituali quanto quelli materiali. Un'altra domanda affiora e non è di poco conto: come potremo arrivare a tanto? La risposta la suggerisce lo stesso Gesù: restando saldamente uniti a lui. Tentando e ritentando di vivere per gli altri più che per se stessi, arriveremo a realizzare la "civiltà dell'amore".

PREGHIERA
Vedo la mia terra, la Calabria,
al di là di questo breve tratto di mare
eppure mi sembra già lontana,
come quando, appena separati
da chi si ama, ci ferisce la mancanza...
Come avrei voluto, che se non proprio
la città discesa dal cielo, fosse almeno,
terra vivibile, senza spargimento di sangue
e senza frodi, senza intrighi
e corporazioni, che s'arricchiscono
chiudendo gli ospedali e ad una ad una ogni porta
in faccia agli infelici!
Avrei potuto anch'io fuggire per sempre
e lasciare questa immensa bellezza
alla atavica incapacità di una terra a gestirla,
simile alle tante spose che qui vivono,
ignare della loro bellezza,
perché strette ai ceppi dell'urgente presente.
E tuttavia quel futuro, che ci sembra negato,
oggi Tu, Signore, anche a noi lo riconfermi:
donaci pertanto di credere a Te e soprattutto
- anche se è la cosa per noi la più difficile -
di credere in noi stessi. Amen! (GM/28/04/2013) 

Apocalisse (21,1-5) - Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

Vangelo di Giovanni (13,31-35) - Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».  

28/04/2013

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/la-locandina-2013/5%5e-domenica-di-pasqua-2013-(c).aspx
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