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Da un giovane studente il grido di dolore e la voglia di riscatto per la propria terra

SCALEA - Pubblichiamo la lettera che uno studente del Liceo Metastasio di Scalea ha affidato alla rappresentante dell'Associazione Libera, intervenuta durante la manifestazione contro la Ndrangheta svoltasi mercoledì 26 marzo scorso a Scalea, affinché la consegnasse al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Crediamo sia un importante e utile contributo per aprire una seria riflessione su tutto quanto è accaduto e sta avvenendo in Calabria in questi giorni.

«Benvenuto Signor Presidente, grazie di essere qui nella mia terra.
Io sono Luca, rappresentante degli studenti del Liceo Statale Pietro Metastasio di Scalea. Una Istituzione scolastica presente su questo territorio da 52 anni e punto di riferimento per circa 700 studenti, le loro famiglie e l'intero comprensorio della Riviera dei Cedri.
Lei, Presidente, ha posto al centro del suo programma la scuola e i giovani, la scuola come presidio di legalità contro ogni forma di devianza, dove si sperimenta quotidianamente il valore della cultura e della formazione integrale dell'uomo.

E i giovani? Oggi ha di fronte dei giovani figli di una terra martoriata, che cercano un riscatto, una rivincita, e che farebbero di tutto pur di non abbandonare la loro terra, ma il più delle volte sono costretti a farlo. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con mille difficoltà, gliene dico alcune: La disoccupazione, mille sacrifici, notti insonni passate sui libri, specializzazioni, master all'estero, per poi non trovare un lavoro, e poi vedere la velina o il raccomandato di turno prendere il tuo posto. Emergenze ambientali, 800 km di costa che ci invidia tutto il mondo, paesaggi mozzafiato, gente ospitale, prezzi competitivi, eppure non riusciamo a decollare perché puntualmente, prima dell'inizio di ogni stagione lavorativa estiva, iniziano le pubblicità delle navi dei veleni, del mare inquinato, dell'abusivismo edilizio e degli omicidi della ‘Ndrangheta; oltre a questa cattiva pubblicità, lo sa qual è il vero problema per noi, Signor Presidente? La mancanza di infrastrutture, l'incubo perenne della Salerno - Reggio Calabria, l'aeroporto di Lamezia troppo distante da noi e con collegamenti pessimi.

Frequentando il liceo linguistico, potrei citare un qualsiasi autore, ma ho deciso di citare un rapper, "Rocco Hunt", il vincitore di Sanremo giovani, un ragazzo che è riuscito a trasformare la "terra dei fuochi" nella "terra del Sole". In una sua canzone "A verità", parlando del Sud dice: "Non ci manca il talento, ci mancano le strutture", ho scelto questa frase non solo perché piena di significato ma perché detta da un giovane che rappresenta la mia generazione.

Una generazione vittima del nichilismo, che fa allontanare i ragazzi sempre di più dalla società e dalla politica, considerata corrotta e privatizzata. Ma si può davvero biasimare questi giovani per il loro allontanamento?
Come si può rimanere fedeli ad una Nazione che ci considera dei nullafacenti e dei mafiosi? Come si fa a sentirsi Italiani quando una regione minaccia la secessione? Come si può credere nel progresso, quando da noi non arriva nemmeno la Freccia Rossa? Come si fa a sentirsi italiani, quando esistono ancora insulti come "Terrone"? Beh, io non la considero un'offesa, del resto "Terrone" significa "Attaccato alla terra" e si fidi, Signor Presidente, non c'è niente di più bello che amare la propria terra. Del resto, noi calabresi amiamo a tal punto la nostra Nazione da portare il Tricolore sempre con noi, infatti siamo al verde, abbiamo i volti bianchi e i conti in rosso, più italiani di così!

Oggi siamo qui a manifestare tutto il nostro astio e per contrastare quel male che da troppo tempo ci rappresenta all'estero e occupa le prime pagine dei principali giornali, la ‘Ndrangheta.
Il Sud non è solo minacce e pizzo, ma legalità e giustizia portate avanti da uomini come Nicola Gratteri, che rischia la vita ogni giorno, vivendo sotto scorta. In queste persone ci sentiamo identificati, in chi, nel nome della legalità, è pronto a denunciare anche il proprio compagno di banco.

Pino Aprile, nel suo libro "Terroni", afferma: "Gli Italiani vanno al Nord in cerca di soldi, al Sud in cerca dell'anima".
Queste sono le considerazioni di un ragazzo calabrese di quinta liceo, che ha paura, sì, ha paura, per la sua terra, per la sua famiglia, per i suoi amici e per il suo futuro.

Presidente, mi rivolgo a lei con un'ultima richiesta: in Calabria siamo sempre stati accecati dalle belle parole dei politici, ora siamo stanchi, stanchi di farci prendere in giro e stanchi di promesse che non vengono mantenute. Le chiedo solo una cosa: se questo è davvero il Governo dei fatti, faccia qualcosa per la nostra terra, faccia qualcosa di concreto per la mia Calabria».

28/03/2014

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/calabria/anno-2014/lettera-al-presidente-renzi.aspx
Data: venerdì 19 aprile 2024 - 01:11:36