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E' tempo di pronunciarsi su Cristo in modo definitivo, senza indugi

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Secondo il Vangelo di Matteo, il colloquio diretto e decisivo tra Gesù e i suoi apostoli sulla sua identità avviene in una regione pagana, tra gli stranieri, che, anticipando ciò che avverrà negli Atti degli apostoli, sembrano mostrare alla sua persona maggiore attenzione che non gli appartenenti al suo popolo tradizionale. Ma è appunto qui uno degli elementi centrali del messaggio evangelico odierno: davanti alla continua novità di cuore e di mente che Dio esige dagli uomini, chiamati ormai a pronunciarsi sul suo Cristo, cioè il suo Messia, occorre prendere una decisione precisa e definitiva. Non c'è più tempo per gli indugi, né valgono privilegi di alcun genere, nemmeno quello di appartenere per nascita e per tradizione alla comunità di Dio (ecclēsía). L' ecclēsía che Gesù dice di voler edificare su Pietro, a partire dalla sua professione di fede su di lui, non è sede di privilegi, ma luogo e strumento di salvezza senza discriminazioni né limitazioni. Contano infatti davanti a Dio la volontà di seguirlo e il saper camminare con lui in qualsiasi luogo della terra, perché dappertutto egli vuole realizzare la sua opera (prima lettura) celebrando la sua misericordia, anche attraverso l'opera di Pietro, scelto per aprire e rinsaldare a tale compito il cuore di tutti gli altri, che per questo gli sono fratelli. Foto di una strada in aperta campagna.

PREGHIERA
Tra i pagani ed in terra straniera
Tu mandi anche me, Gesù, mandi ciascuno
di coloro che credono in Te,
perché credere in Te significa
avere un cuore che non si limita ai soliti affetti
circoscritti al proprio comodo orizzonte di vita.
Seguirti significa
sciogliere le catene che uomini sedicenti "religiosi"
stringono intorno ai polsi e alle caviglie degli altri;
significa legarli soltanto ad un unico patto d'amore,
che Tu vai realizzando in questo nostro mondo,
per la salvezza del quale Tu ti sei fatto
strada e percorso,
mentre costruisci una chiesa che paradossalmente
è sempre più stabile
quanto più sa mantenersi in cammino.
Ed anche di questo, soprattutto per questo,
Ti ringraziamo, Signore (GM/24/08/14)

Isaia (22,19-23) - Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: «Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».

Matteo (16,13-20) - In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

24/08/2014

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