LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - È scritto che i pensieri di Dio divergono totalmente dai nostri. Non perché siano contraddittori oppure assurdi. È vero il contrario. Sono espressione di una logica "superiore". No, non mi riferisco alla Logica Major della Scolastica, ma a quella che pensa all'uomo e alle sue cadute tenendo sempre presenti i suoi bisogni e la sua costitutiva, innata "trascendenza". È proprio questa che non si può sottoporre a una misurazione o ad una valutazione con criteri terrestri e immediati. Il Vangelo di oggi, che narra di operai arrivati all'ultimo momento e che sono pagati con lo stesso compenso di quelli che si erano recati al lavoro fin dal mattino, dimostra che Dio pensa a dimensioni davvero grandi, considerando tutto con quella sua partecipazione alla vicenda umana che si pone sempre dalla parte degli svantaggiati e degli infelici. La generosità di Dio è più che generosità: è non arrendersi mai nemmeno di fronte alle situazioni in cui noi esseri umani, volenti o nolenti, consapevoli o no, ci troviamo a deflettere dalla nostra primitiva grandezza. Insomma anche se noi vi rinunciamo, Dio non vi rinuncia mai e tende sempre a restituirci la nostra grandezza, quella che egli ci ha dato. Sicché per noi ha sempre una possibilità in più, per riportarci a quel livello per il quale ha eternamente pensato a ciascuno di noi.
PREGHIERA
Io non sono, Signore, uno di quelli ai quali piace la piazza
e pertanto non vi trascorro giornate d'attesa
"aspettando Godot" - si diceva - che giammai arriva,
come il lavoro, che qui da noi non arriva mai per nessuno.
Inoltre, per Tuo dono e non certo per meriti,
mi hai chiamato alla Tua vigna fin dall'aurora,
vigna dove davvero c'è lavoro per tutti e a tutte le ore,
ma purtroppo da parte nostra non c'è testa abbastanza,
per saper continuare, anche se c'è tanto cuore,
che però presto ad altro e sempre ad altro si volge.
Ma io non sono comunque, anche questo per Grazia,
uno che Ti farà problemi nel veder preferiti
quelli dell'ultimo ingaggio. Anzi è il contrario.
Se Tu fossi solo "Signore" o peggio "Padrone",
penso che su di Te non scriverei nemmeno una riga,
ma Tu, per fortuna, non spadroneggi,
né resti a guardare dall'alto,
Tu vieni a chiamarci ora per ora,
Non Ti stanchi di chiamarci, ogni istante,
perciò donaci la capacità di avvertirne l'appello
per prontamente seguirti
e soprattutto per saper continuare il lavoro. Amen! (GM/21/09/14)
Profeta Isaia (55,6-9) - «Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Vangelo di Matteo (20,1-16) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi»