ORSOMARSO - L'antica chiesetta rupestre della Madonna di Mercurio, nell'omonima contrada rurale del comune di Orsomarso, da domenica 10 maggio 2015 si è arricchita di una icona fatta realizzare appositamente dalla comunità parrocchiale e dal parroco don Mario Spinicci. Si tratta di una scelta maturata alla luce della storia di questo territorio che si è caratterizzato per la presenza molto importante del monachesimo greco, tradizionalmente noto come "basiliano", che si diffuse nell'Italia meridionale a partire dal periodo alto medievale ed ebbe il suo momento di maggiore splendore intorno all'anno Mille, ma la cui presenza religiosa, culturale, artistica ed economica ha lasciato profonde tracce caratterizzando tutti gli aspetti della vita dell'intero comprensorio.
E fu proprio in questo periodo che la collina di Mercurio, dove sorge la chiesetta rupestre e sulle cui pendici sono tutt'ora visibili i resti di un grande insediamento urbano, perfettamente ordinato e con un solido sistema difensivo, fu centro dell'Eparchia monastica del Mercurion, con funzioni militari e politiche di primaria importanza strategica nello scacchiere dei possedimenti bizantini in Italia e a ridosso dei domini longobardi. La scelta dell'icona, che va ad aggiungersi all'antica statua e della quale riprende le caratteristiche iconografiche ispirate ad Era Lacinia, in qualche modo vuole anche simbolicamente mettere in evidenza il legame profondo esistente con la spiritualità e la cultura greco-orientale.
L'evento è stato celebrato in concomitanza con la festa dedicata alla Vergine di Mercurio che richiama tradizionalmente in questo bellissimo luogo, la comunità di Orsomarso ma anche moltissimi fedeli provenienti dai centri della Riviera dei Cedri, la prima domenica di maggio. Il triduo delle celebrazioni è iniziate venerdì 8 maggio con una solenne e intensa cerimonia religiosa nella chiesa parrocchiale di Orsomarso, la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo in rito bizantino-greco, presieduta dal vescovo di Lungro mons. Donato Oliverio, durante la quale è stata benedetta l'icona che porta inciso in greco l'intitolazione a "Nostra Signora del Mercurion".
Una scelta molto significativa che getta simbolicamente un ponte fra varie epoche della nostra storia, quasi a volersi riconciliare, all'insegna dell'unità e della bellezza, con una tradizione spirituale ed una sensibilità artistica, architettonica e storico-culturale di cui sono testimonianza, oltre alle fonti documentarie custodite negli archivi vaticani, di chiese e monasteri (fra molti altri ci limitiamo a citare Rossano e Grottaferrata nei pressi di Roma), anche i resti di insediamenti di chiese rupestri, monasteri, laure, disseminati su tutto il territorio. Testimonianze e siti che la ricerca archeologica ufficiale, tranne i lodevoli casi di singoli studiosi appassionati, non ha ancora deciso di esplorare e ricostruire in modo davvero sistematico.