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Il tempo della chiarezza, della responsabilità e serietà. Il tempo delle scelte.

FATTI E MISFATTI - Quella del 2018 che stiamo vivendo è davvero una caotica estate, resa ancora di più tale dall'aspro scontro politico diretto e gestito dai massimi esponenti del Governo con un continuo stillicidio di dichiarazioni aggressive e provocatorie che nulla hanno a che vedere con uno stile istituzionale che meglio si adatterebbe a chi ha la responsabilità della gestione del Paese nell'affrontare delicatissime questioni come (solo per citarne alcune) l'Ilva di Taranto, tragedie come quella di Genova e delle Gole del Raganello, o il dramma dei profughi nelle acque del Mediterraneo. Leggendo i tweet e ascoltando le esternazioni quotidiane di entrambi i vicepremier, ma anche dei vari esponenti dell'area di maggioranza si rimane a dir poco sconcertati di fronte all'assoluta assenza di autocontrollo e di misura nell'uso di un linguaggio e toni aggressivi e violenti che denotano la mancanza totale di senso di responsabilità, di chi non pensa assolutamente agli effetti che le parole dette possono avere in chi sente e ascolta.
Mai come ora, infatti, le parole sono come le pietre e possono provocare reazioni e gesti davvero inconsulti; non si spiegherebbero diversamente le azioni vergognose, definite in modo a dir poco vile e dal sapore auto-assolutorio come "goliardate", di individui di razza italica che non hanno trovato niente di meglio da fare che aggredire o sparare con fucili ad aria compressa contro persone indifese e ignare, soltanto per il diverso colore della loro pelle. Oppure le parole inqualificabili della capotreno delle Ferrovie Nord nei confronti dei rom che, invece di essere stigmatizzate e condannate per come avrebbero meritato, hanno ricevuto l'elogio del ministro della Repubblica il quale addirittura si è spinto a dire che questa persona andrebbe premiata. Cose davvero allucinanti che rendono bene l'idea dello stato di degrado morale, civile e culturale che sta investendo l'Italia e la sua classe dirigente, determinata a portarci tutti verso il caos e la barbarie.
Tempi bui e tristi, possiamo dirlo; in cui prevale la semplificazione, e dove individui sempre più fragili dal punto di vista materiale, culturale e psicologico, sono bombardati da messaggi di paura e di insicurezza associati alla ossessiva ricerca di colpevoli e nemici di turno, che cambiano di volta in volta senza soluzione di continuità.
E quindi che fare? Innanzitutto la risposta che pure ci deve essere, forte e chiara, non potrà essere affidata soltanto alla "guerra" sui social che, se da un lato può riuscire a mettere a nudo le contraddizioni evidenti di questi protagonisti, dall'altro si riduce ad una sorta di mischia, ad un caotico scontro all'arma bianca in una gazzarra infinita. Indubbiamente per tutti è ormai giunto il tempo delle scelte chiare e nette: se continuare ad assistere in modo rassegnato, apatico e da ignavi a questo spettacolo indecoroso diventando complici di conseguenze dagli esiti imprevedibili, oppure recuperando l'attivismo del fare consapevole di chi esercita i propri diritti e doveri di cittadino e di uomo dotato di libero arbitrio, da far valere in tutte le situazioni che ci si troverà di fronte. Insomma, in uno scenario così delineato, non può più esserci spazio per l'indifferenza, ma bisognerà necessariamente diventare o tornare ad essere Partigiani della libertà e della democrazia, della solidarietà, della giustizia e della civiltà.

Pio G. Sangiovanni
26/08/2018

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