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No al porto. Gli ambientalisti lanciano un appello

DIAMANTE - Il Movimento ambientalista di Diamante e del Tirreno insiste nel chiedere di fermare il porto. In una lettera-appello indirizzata agli assessori regionali all’Ambiente Diego Tommasi, ai Lavori pubblici Luigi Incarnato e al Lavoro Egidio Masella, si chiede che la Regione Calabria assuma una posizione chiara, dia un “segnale preciso e tangibile contro ogni speculazione edilizia, contro ogni depredazione dei fiumi e del mare, contro la portualizzazione selvaggia che vorrebbe un porto in ogni paese, contro l’erosione costiera” con l’istituzione del Parco marino della Riviera dei Cedri.
“Nonostante le recenti sentenze del Tar Calabria e del Consiglio di Stato – si legge nel documento – che hanno dichiarato il megaprogetto del porto di Diamante inapplicabile per tutta una serie di leggi a protezione della scogliera sottostante il lungomare, la ditta vincitrice l’appalto non demorde e, forte delle contraddizioni esistenti nella Regione Calabria punta diritto ad ottenere una valutazione di Impatto ambientale da parte degli uffici tecnici, baipassando gli intendimenti di natura politica e di gestione del territorio della nuova giunta regionale”. Le associazioni ambientaliste dicono no a questa struttura in quanto, a loro parere, “scompaginerebbe le correnti marine ed aumenterebbe l’erosione costiera, e coprirebbe di cemento la più bella scogliera d’Italia visibile dall’alto”.
Sulla base di queste considerazioni chiedono pertanto che gli assessori ai quali è indirizzata la missiva “prendano posizione contro questo progetto che, anche se modificato, porterebbe sempre inquinamento e distruzione nell’area. Intanto la Capitaneria di Porto – proseguono gli ambientalisti del Tirreno – si prepara a chiudere tutta l’area per motivi di sicurezza, mentre il Genio Civile di Cosenza ha già assunto una decisione sul porto con una lettera a firma dell’Ing. Antonio Cairo che in un certo modo pone un serio problema alla classe politica e imprenditoriale adamantina asserendo che o si fa il porto con la valutazione di impatto ambientale o si deve demolire anche l’esistente”.
Alla Giunta regionale viene chiesto con forza di sostenere la creazione del parco marino che “sistemerebbe ogni cosa in quanto metterebbe in atto una serie di misure antinquinamento e antispeculazione, tracciando un nuovo modo di vedere e vivere un turismo eco compatibile e sostenibile con il territorio, creerebbe nuovi posti di lavoro, rimetterebbe in moto la piccola pesca e metterebbe fine alla pesca a strascico”.
(san.pio gio.)
07/09/2005

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/calabria/precedenti/calabria/porti.aspx
Data: lunedì 6 maggio 2024 - 22:35:06