ITALIA 2019 - Guardo e riguardo le immagini dell'aula del Senato italiano dove i senatori dello schieramento politico di destra restano seduti e immobili dopo essersi astenuti sul voto che istituiva la Commissione contro l'antisemitismo, razzismo e istigazione all'odio. Leggo e rileggo il goffo tentativo di chi come il forzista Quagliariello (meglio se fosse stato zitto), cerca di giustificarsi in nome di una diversità di idee nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti e testimone della Shoah.
Ma come può un uomo, degno di essere tale, che si fregia del titolo di rappresentante del popolo e della Repubblica Italiana astenersi su una questione così chiara e inequivocabile? Come può rimanere seduto e non alzarsi in piedi inchinandosi di fronte ad una vittima e testimonianza vivente di una delle pagine più buie e terribili della storia dell'umanità?
Rabbia, dolore e sconcerto per atteggiamenti così inqualificabili che danno il senso e la misura dell'immoralità e mostruosa inciviltà ormai dilagante nella nostra società, anche a causa dei comportamenti di becero opportunismo politico di tanta parte di questa pseudo classe dirigente.
Scandalizzarsi soltanto non basta più, è necessario rispondere colpo su colpo con la forza delle idee, della cultura e dell'informazione libera e responsabile, parlare con le persone e impegnarsi quotidianamente, senza dare nulla per scontato.
Questo stillicidio di episodi di violenza e manifestazioni di odio non solo verbale, ci dicono che non siamo più di fronte a fenomeni isolati e marginali di rigurgiti nostalgici di fascismo; al contrario è reale il rischio di una deriva sempre più violenta e autoritaria che, qualora non ci fosse una ferma e decisa risposta delle forze sane e responsabili della nostra società, distruggerà le fondamenta stesse della nostra democrazia.
Illuminanti come sempre, a tale proposito, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia:
«Quest'anno abbiamo ricordato orrendi episodi accaduti settantacinque anni orsono, lungo quasi tutta la penisola. Tante vite spezzate nei crudeli eccidi perpetrati dalle truppe e milizie nazifasciste, spesso compiuti nella più agghiacciante violenza e spregio della vita persino dei bambini.
La testimonianza del sacrificio dei protagonisti di quei travagliati momenti - una generazione duramente colpita che ha però saputo trovare la forza per reagire e porre le fondamenta di un Paese libero e democratico - è per tutti noi e per le nuove generazioni un insegnamento e anche un monito a non abbassare mai la guardia e a non sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l'evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio.
L'antidoto a queste immani tragedie è soltanto nella memoria, nel dialogo, nel rispetto, nell'inclusione e nella comprensione reciproca».
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