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Crimini di guerra

Quanti bambini dovremo ancora perdere tra le macerie dei bombardamenti israeliani prima che ci rifiutiamo di usare il termine osceno "danni collaterali" e cominciamo una buona volta a parlare di perseguire i crimini contro l' umanità?

Il corpo senza vita di una bambina, immobile come una bambola di pezza, vicino alle macchine che dovevano portarla in salvo, insieme alla sua famiglia, è diventato uno dei simboli di quest' ultima guerra in Libano. E' stata sbalzata dal veicolo con il quale, lei e la sua famiglia, erano fuggiti dal villaggio, diretti verso il sud del Libano, secondo le stesse direttive impartite da Israele. Non conosciamo ancora il suo nome, anche i suoi genitori sono stati uccisi durante l' attacco.

Non un milite ignoto, ma una bambina ignota.

La storia della sua morte è, comunque, documentata. Sabato scorso, l' esercito israeliano ha dato ordine (usando un megafono, pare) agli abitanti di Marwaheen, un piccolo villaggio di confine, di lasciare le loro case entro le 18.00. Marwaheen si trova vicinissimo al punto dove i guerriglieri hezbollah erano riusciti ad aprirsi un varco tra il filo spinato, una settimana fa, per catturare due soldati israeliani ed ucciderne altri tre: l' attacco che avrebbe poi provocato quest' ultima, feroce, guerra in Libano. Gli abitanti del villaggio hanno obbedito agli ordini israeliani e, inizialmente, hanno chiesto aiuto e protezione ad un battaglione ghanese che faceva parte delle truppe locali inviate dall' ONU.

I militari ghanesi, però, in ottemperanza alle direttive emanate nel 1996 dai quartieri generali ONU a New York, hanno rifiutato ai civili libanesi il permesso di accedere alla loro base. Per una strana e terribile ironia della sorte, queste regole erano state stabilite in seguito ad un bombardamento avvenuto nello stesso 1996, nel Libano del sud, bombardamento durante il quale i militari ONU avevano offerto protezione ai civili. I 106 libanesi, più della metà dei quali erano bambini, furono massacrati quando Israele bombardò il perimetro militare ONU a Cana, nel quale i civili erano stati accolti come in un santuario.

La gente di Marwaheen, allora, si è messa in viaggio per il nord, una lunga carovana di macchine che solo pochi minuti più tardi, nei pressi del villaggio di Tel Harfa, sarà attaccata da un cacciabombardiere israeliano F-16. L' aereo ha centrato tutte le macchine ed ha ucciso almeno 20 dei civili al loro interno, molti di loro donne e bambini. Dodici persone sono state bruciate vive nei loro veicoli, ma altre, le cui foto sono state scattate, con grave rischio personale, da Nasser Nasser, un fotografo dell' Associated Press, sono state letteralmente sbalzate fuori dalle macchine, gettate in aria dall' esplosione e poi ricadute nei campi e nella valle circostante la scena dell' attacco. Non c'è stata alcuna scusa, nè una qualsivoglia espressione di dispiacere da parte di Israele per queste vittime.

Gli innocenti hanno continuato a morire, ieri, negli attacchi aerei israeliani su tutto il territorio del Libano. Cinque civili sono stati uccisi da un missile israeliano che ha colpito una casa vicino alla città di Nabatea. Tre membri della famiglia Hamed sono stati uccisi insieme alla loro collaboratrice domestica dello Sri Lanka. Nel villaggio di Srifa, nel sud, gli attacchi aerei israeliani hanno raso al suolo 15 case, con i loro 23 inquilini, ma non essendo possibile far arrivare ruspe o altri mezzi meccanici in quella parte del paese, non è stato possibile salvare nessuno di quelli rimasti intrappolati vivi tra le macerie.

Le autorità civili libanesi, in ogni caso, sono state in grado di dare un nome alle vittime dei bombardamenti nel villaggio di Nabi Chit, nella Valle della Bekaa: tra loro Ali Suleiman, Daoud Hazima, Khadija Moussawi ed i suoi bambini Bilal, Talal e Yasmine; Ahmed e Khairallah Mouwad; Mustafa Jroud e Bushra Shuqr.

Almeno tre sono nomi femminili. Altri quattro civili sono stati uccisi durante un bombardamento nel villaggio di Loussi, nel Libano orientale.

Gli israeliani continuano a vantarsi della precisione "millimetrica" o "chirurgica" dei loro attacchi aerei. Se questo fosse vero, allora ci sono decisamente troppi civili uccisi in questo bagno di sangue libanese per essere considerati semplici vittime di incidenti. Considerato, poi, che la lista degli obbiettivi di Israele pare comprendere adesso anche infrastrutture civili (bombardate deliberatamente per punire la popolazione) sta diventando sempre più evidente che questi attacchi aerei hanno lo scopo di uccidere innocenti oltre ai guerriglieri hezbollah che Israele dichiara di voler combattere.

E' vero, gli hezbollah uccidono i civili israeliani, ma i loro missili sono imprecisi e l' Occidente, che si è limitato a disapprovare cautamente la micidiale ritorsione di Israele, saprà sicuramente che le forze armate israeliane sono in possesso di tecnologie un po' più avanzate di quelle degli uomini che sia Israele che il presidente George Bush descrivono come "terroristi".

Perchè, ad esempio, gli israeliani hanno attaccato e distrutto le centrali della 'Liban-Lait company' nella valle della Bekaa, la più grande centrale del latte in Libano? Perchè hanno bombardato a Bchmoun la sede del maggior importatore libanese di prodotti Procter & Gamble? Perchè hanno distrutto uno scatolificio, vicino Beirut? E perchè gli aerei israeliani hanno attaccato ieri un convoglio di ambulanze nuove, in arrivo dalla Siria, veicoli donati dalle autorità sanitarie degli Emirati Arabi Uniti? Secondo un funzionario degli Emirati le ambulanze erano chiaramente contraddistinte dal simbolo di convoglio umanitario. Erano tutti bersagli strategici, per caso? Si trattava forse di terroristi? Anche la piccola nel campo di Tel Harfa era una terrorista?

Un esempio della mancanza di attenzione nella scelta dei bersagli, da parte di Israele, si è avuto ieri mattina, quando un aereo israeliano ha sparato quattro missili su un parcheggio in disuso, nel quartiere cristiano di Ashrafieh, a Beirut.
I bersagli erano due camion, scassati, per le trivellazioni idriche, in mezzo ad un campo, le ruote affondate nell' erba alta. Hanno forse immaginato che le trivelle sul pianale fossero dei lanciamissili? E se anche fosse stato così, chi ha mai potuto pensare che gli hezbollah volessero nascondere delle armi del genere proprio in un' area cristiana di Beirut che viene da loro ritenuta uno dei maggiori centri di aggregazione dei collaboratori di Israele?

A Beirut e Nabatea, gli agenti della sicurezza libanesi hanno arrestato dei 'collaboratori' che stavano dipingendo le case e le macchine con il fosforo, per facilitare i jet israeliani nell' individuazione dei bersagli. Allo stesso tempo, il Ministro Libanese delle Finanze, Jihad Azour, ha dichiarato che 45 ponti sono stati distrutti in tutto il Libano e 60.000 famiglie (500.000 civili) sono state costrette a lasciare la propria casa.

Migliaia di stranieri, molti dei quali libanesi in possesso di doppia cittadinanza, hanno abbandonato il paese ieri, in pullman e via nave. Tra di loro centinaia di britannici che avevano inziato l' opera di evacuazione lunedì scorso sulla nave militare Gloucester. Anche gli americani stanno partendo via mare, nonostante sia stata diffusa la notizia che la 'SPO Middle East', una società francese che si occupa della sicurezza, con sede ad Amman, sia stata ingaggiata dagli USA per organizzare l' evacuazione dei suoi cittadini via terra, con pullman, al costo di 3.000 dollari a testa.

Sono fortunati. Termineranno il loro viaggio a Damasco o Cipro, non nel mezzo di un convoglio di macchine bruciate a Tel Harfa.

Il conflitto: 8° giorno

* Il giorno più terribile: Israele bombarda il Libano e 58 civili rimangono uccisi. Almeno 17 persone, compresi numerosi bambini, muoiono durante l' attacco al villaggio meridionale di Srifa. Un guerrigliero hezbollah viene ucciso.

*Missili hezbollah uccidono due bambini arabo-israeliani che giocano fuori della loro casa nella città santa di Nazareth.

*Il Comitato Internazionale della Croce Rossa si dichiara 'estremamente preoccupato per le gravi conseguenze che l' azione militare sta producendo tra la popolazione civile'.

*Tony Blair si rifiuta di chiedere il cessate il fuoco e intima agli hezbollah di rilasciare i soldati e mettere fine ai bombardamenti. 'Tutto questo avrebbe fine, se i soldati rapiti... venissero rilasciati', ha dichiarato.

*Il Primo Ministro libanese, Fuad Siniora, politicamente orientato a destra, dice che il suo paese "è ridotto a pezzi". Rimprovera chi afferma che la reazione di Israele sia di autodifesa. "E' questo che la comunità internazionale definisce 'diritto all' autodifesa'?"

*La prima stima ufficiale delle vittime libanesi conferma che 300 persone sono state uccise, 1.000 sono state ferite e 500.000 hanno dovuto abbandonare la propria casa. Per quanto riguarda Israele i morti sono 29, 14 militari e 15 civili.

* Una nave di linea ha caricato a bordo più di 1.000 passeggeri americani, mentre il piano di evacuazione degli stranieri continua. I primi i britannici partono per via aerea da Cipro, poi altri 510 vengono evacuati a bordo delle navi militari Gloucester e York.

*Israele afferma di aver distrutto, con i suoi attacchi aerei, "circa il 50%" dell' arsenale degli hezbollah. "Ci vorrà ancora tenmpo per distruggere quello che è rimasto", dichiara il Generale di brigata Alon Friedman.

*Washington rifiuta le proposte di cessate il fuoco da parte della Francia. Il presidente Bush dichiara, parlando della Siria: "La Siria sta cercando di rimettere piede in Libano. Il mondo dovrà vedersela con gli hezbollah, con la Siria e nel frattempo cercare di isolare l' Iran". A più di una settimana dall' inizio del conflitto, i segnali di una eventuale soluzione diplomatica sono alquanto vaghi.

*Militari israeliani uccidono 12 palestinesi, compresi due civili, nella striscia di Gaza e nei territori occupati della Cisgiordania. Carrarmati entrano nel campo profughi di Mughazi.

*Secondo Louise Arbour, dell' Alto commissariato ONU per i Diritti Umani, i capi israeliani ed hezbollah potrebbero essere accusati e processati per crimini di guerra, a causa delle numerose vittime civili.

Note:

Tradotto da Patrizia Messinese per www.peacelink.it

Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (Associazione PeaceLink) e l'autore (Patrizia Messinese).

A cura di D. Amendola
24/07/2006
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