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Clima verso il disastro: pianeta a rischio

Se non si cambia rotta rapidamente miliardi di persone a rischio.
Clima verso il disastro: pianeta a rischio. - Il rapporto di un panel di 2500 scienziati inchioda le responsabilità umana: «E' colpa nostra per i gas serra».

OSLO- I 2500 esperti di clima dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) hanno appena concluso il loro rapporto sulle prospettive del pianeta, che sarà ufficialmente presentato ai primi di febbraio del 2007, e non elargiscono buone parole. Se nella loro relazione del 2001 ci giudicavano infatti «probabilmente colpevoli» dei cambiamenti climatici ora il loro giudizio è «colpevoli» senza mezzi termini. Non ci sarebbero scuse. Se la Terra si sta avviando sempre più rapidamente al disastro a causa del riscaldamento non è colpa della natura, ma nostra, che non abbiamo ridotto l'emissione di gas serra continuando imperterriti, per esempio, a usare combustibili fossili nonostante gli accorati avvertimenti degli scienziati. E così ora dovremo pagarne le spese.

Quali? Secondo il rapporto un incremento della temperatura da 2 a 4,5 gradi centigradi entro il 2100, con conseguente scioglimento di ghiacci, desertificazione, distruzione delle risorse agricole, ondate di caldo. Una situazione che minerebbe radicalmente la possibilità di sopravvivenza di milioni di persone, oltre a modificare drasticamente gli scenari geo-sociali del pianeta.

I DATI - Come anticipato dal Corriere della Sera nel novembre scorso, il dato più preoccupante, che deriva da misure strumentali oggettive, è l' incremento del tasso di crescita annuo delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, in particolare dell' anidride carbonica (Co2, il principale fra i gas serra), generata dalle combustioni. Le emissioni totali di questo gas serra sono passate da 19,8 miliardi di tonnellate annue del 1980, a 23,4 del 1990, a 26 attuali. Un incremento così rapido fa sì che gli oceani e gli ecosistemi terrestri stiano perdendo progressivamente la capacità di assorbirlo e di conseguenza aumenta il suo accumulo in atmosfera. L' attuale concentrazione di Co2, pari a 380 parti per milione, è la più alta riscontrata nell' ultimo milione di anni, come risulta dalle analisi effettuate nei ghiacci dell' Antartide; e attualmente cresce al ritmo di 2 parti per milione l' anno: il più elevato tasso degli ultimi ventimila anni.

NOI E LA NATURA - Secondo le valutazioni Ipcc, l'accumulo dei gas serra di origine antropica ha già modificato le condizioni fisiche dell' atmosfera, al punto di causare un surplus di riscaldamento o «effetto serra aggiuntivo» che vale circa l' 1,7% rispetto a quello naturale. Per la precisione, l' effetto serra naturale (dovuto in prevalenza al vapor d' acqua atmosferico) viene stimato 180 watt per ogni metro quadrato di superficie terrestre; quello aggiuntivo 3 watt. Quest' ultimo, tuttavia, è attenuato di circa il 50% dai vari tipi di inquinanti (particelle e aerosol) in sospensione nell' atmosfera, sia pure in maniera disomogenea da posto a posto. Quel che rimane dell' effetto serra aggiuntivo è, da un punto di vista fisico, perfettamente coerente con l' aumento delle temperature medie di meno di un grado osservato nell' ultimo secolo.

RIMEDI - C'è però anche qualche buona notizia: se saranno presi provvedimenti adeguati, ci dicono gli scienziati, le prospettive potrebbero in parte cambiare. Ma qui gli esperti dell'Ipcc non fanno sconti: se i Governi non adotteranno i provvedimenti suggeriti non ci saranno speranze.

Fonte: Corriere della sera.it - 21 gennaio 2007
21/01/2007
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