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Sei in /Rubriche/La Locandina/La locandina 2008/Agosto 2008/21^ Domenica dell'anno A - 2008

Amore come ragione ultima del vivere e del morire

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Nel Vangelo di questa domenica Gesù ci rivolge una domanda che ci interpella personalmente e direttamente. È come se domandasse: «Se per gli uomini di ogni generazione io ho sempre rappresentato un ideale o un insieme di valori da perseguire, tanto da essere ritenuto un maestro di sapienza e di vita, in realtà, chi sono io per te? Che importanza ho per la tua vita?». Da questa domanda discende una seconda, che si potrebbe così formulare: «Dal momento che tu dici di credere in me, credi davvero nelle cose in cui io ho creduto? Cioè in quell’amore che ho perseguito come indistruttibile e come ragione ultima del vivere e del morire. Dici di credere in Dio come Padre, ma credi davvero nella fraternità degli esseri umani? Condividi il Pane della vita eterna, ma condividi realmente anche il tuo pane materiale di ogni giorno?». Non dobbiamo evadere queste domande, ma lasciarci giudicare da esse, non per abbatterci, ma per cambiare in meglio la nostra vita.
(Immagine dalla copertina del cd “Canto das Comunidades”, Brasile, comunità di base)

PREGHIERA
Che cosa dice su Gesù la gente
dopo tanto tempo? Ha forse dimenticato
la domanda o non ha più tempo di porsela?
Forse pensa semplicemente di sapere già la risposta.
Ma tu Cristo ancora vai
per questi sentieri assolati,
vai come va mai stanco l'amore,
cercando qualcuno che creda alla sua persistenza
nella fuga d'ogni cosa
che sembra brillare e scomparire ben presto,
come i fuochi di quest'estate
o i nostri emigranti già partiti o pronti a partire.
Tu invece sei l'unico che resta
e ancora poni la domanda:
«Chi sono io per la gente?Chi sono io per te?».
Gesù, se non fossi anch'io tanto preso da me stesso
e dalle mie preoccupazioni
vorrei dirti che per me tu sei tutto.
Aiutami a dirlo e soprattutto ad esserlo! Amen!
(GM/24/08/08)

VANGELO DI MATTEO (16,13-20) - In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Lettera ai Romani (11,33-36) - O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

23/08/2008
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