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Sei in /Italia/2009/Ambiente/La montagna non è pericolosa

In montagna l'atteggiamento scorretto è pericoloso

C. F. S.: la montagna non è pericolosa, lo è l'atteggiamento non corretto di chi la frequenta. Spesso ci si rende conto dell'ostacolo quando è troppo tardi. Occorre quindi assumere una velocità adeguata alle proprie capacità sciistiche tenendo conto dei propri limiti.

8 gennaio 2008 – Non solo i grandi eventi come le valanghe, ma anche un semplice scivolamento può essere letale. Dopo gli incidenti degli ultimi giorni si riconferma la diffusa "mala educazione" dei frequentatori della montagna innevata, sempre più numerosi, che improvvisano lo sci, lo sci-alpinismo, la tavola, ma anche lo slittino e le passeggiate al di fuori delle piste battute. Non è la montagna ad essere pericolosa, ma l'atteggiamento non corretto e improvvisato di chi la frequenta. E allora serve educazione, conoscenza e rispetto dell'alta quota.

Lo sci è una disciplina di grande dinamicità che richiede un'elevata capacità visiva. La messa a fuoco, il colpo d'occhio, la visione periferica e la coordinazione occhio-mano e occhio-piede entrano in gioco ad altissime velocità. In caso di scarsa visibilità (nebbia, cielo coperto, neve), di condizioni ambientali difficili (vento, freddo, neve), di profilo-pista irregolare (cambi di pendenza, dossi, buche), di cambi repentini di luce, la velocità di risposta della capacità visiva si riduce in modo significativo, compromettendo il controllo degli sci e quindi la sicurezza dello sciatore e di coloro che sono lungo la sua traiettoria. L'occhio umano, ad esempio, ha bisogno di circa 2-3 secondi per mettere a fuoco e percepire un repentino cambio di pendenza. La velocità assunta mediamente dagli sciatori è compresa tra i 40 e i 60 km/h e pertanto tale distanza di "non visione" è compresa tra i 35 e i 50 metri che quindi sono percorsi senza adeguato controllo degli sci. Quando ci si rende conto dell'ostacolo è troppo tardi.

È doveroso assumere una velocità adeguata alle proprie capacità sciistiche, tenendo conto dei propri limiti e di quelli degli altri. Il manto nevoso, il vento, i colori e le luci, il freddo pungente e il caldo improvviso dei rifugi, le nubi in evoluzione, il profilo dei monti e dei boschi, i pini e i larici solitari, il silenzio, l'atmosfera ovattata, se percepiti con lo spirito giusto, con un pò di fretta di meno e qualche sosta in più lungo le piste, regalano energie inaspettate. Bisogna prepararsi a vivere tutto questo con il giusto atteggiamento, programmando qualche giorno prima la gita sulla neve, con un vestiario idoneo, occorre conoscere località e itinerari con la consapevolezza di vivere un ambiente diverso dal solito che non conosciamo e che necessita di una maggiore attenzione e tanto buon senso.

Il Servizio Meteomont della Forestale consiglia a tutti gli escursionisti, nonché alle amministrazioni e agli enti locali, di consultare costantemente i bollettini meteonivologici pubblicati sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515 del Corpo forestale dello Stato.

Fonte: C.F.S. - Newsletter n.704, Anno IV, del 8/1/2009

08/01/2009
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