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Indagine shock: il bullismo fenomeno in crescita

SCUOLA & GIOVANI - Ricerca dell'Istituto di Pediatriatra sul bullismo: "Fenomeno in crescita". Secondo il 26,6 per cento chi compie angherie è un tipo in gamba.
Indagine shock tra gli studenti. Il 70% ha assistito a violenze.

ROMA - Il fenomeno del bullismo nelle scuole è in costante aumento nel nostro Paese. Se nel 2005 gli adolescenti che dichiaravano di avere assistito a prepotenze erano il 65,8 per cento, oggi sono il 72. Questo è quanto emerge dall'indagine sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti condotta nel 2007 dalla Società italiana di pediatria.

Realizzata su un campione nazionale di 1.200 studenti della scuole media inferiori di età compresa fra i 12 e 14 anni, l'indagine indica che hanno assistito a episodi di bullismo soprattutto i maschi (75,6 per cento) e che il bullismo non è affatto una preprogativa maschile (59,2 per cento degli intervistati sono maschi, il 69,1 femmine).

Il 70 per cento (pari al 62 dei maschi) giudica negativamente un bullo, ma il 26,6 per cento (il 32 per cento dei maschi), se non ha subìto personalmente prepotenze, non ha nulla da eccepire sul suo comportamento.

In generale il bullo è considerato un tipo in gamba. Tanto che si comporta così per essere ammirato dagli amici (82 per cento dei maschi, 86 delle femmine), essere il leader del gruppo (77 per cento e 81), essere attraente (68,8 per cento e 71,2), non rischiare di essere una vittima (61 per cento). Solo secondo il 45 per cento degli intervistati il bullo è colui che si diverte alle spalle di qualcuno.

Per il 79 per cento è giusto denunciare a un adulto gli atti di bullismo, mentre secondo il 20,5 (26 per cento dei maschi) chi lo fa è una spia. Tuttavia, se fossero loro a subire prepotenze, il 64 per cento (74 dei maschi) non lo riferirebbe nè a insegnanti nè ai genitori; il 47,3 per cento (60,4 dei maschi) si difenderebbe da solo, il 10per cento (5,4 dei maschi) informerebbe al massimo un amico e il 4,6 per cento (5,7 dei maschi) subirebbe in silenzio le prepotenze se non dovessero essere eccessive.

Fonte La Repubblica.it - (10 dicembre 2007)
11/12/2007
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