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Medici gli studenti Italiani rifiutano il generico

PROFESSIONI - Medici, gli studenti Italiani non vogliono più fare il “generico”. Allarme degli esperti: è crisi di “vocazioni” tra i gli iscritti a Medicina. Tra il 2011 e il 2013, quando le vecchie leve andranno in pensione, rischieremo la scomparsa del “medico di famiglia”.
'Crisi di vocazione' tra i medici di famiglia italiani. Fra gli aspiranti camici bianchi che frequentano l'università, e soprattutto tra i maschi che rappresentano ormai appena il 30-40% dei nuovi iscritti a Medicina, ''quasi nessuno vuole più fare il medico di base. Non sanno chi è, né come lavora, perché nessuno glielo insegna. E sempre più spesso arrivano alla professione soltanto per 'ripiego', magari perché non sono riusciti a entrare nella Scuola di specialità che sognavano''.
A lanciare l'allarme, oggi a Milano in occasione del XIX Congresso nazionale Snamid (Società nazionale di aggiornamento per il medico di medicina generale) in programma fino al 12 marzo al Marriott Hotel della città meneghina, è il presidente della società, Virginio Bosisio. Numeri precisi su questo calo di interesse ''non ce ne sono'', ha aggiunto. Ma ''se non si prendono provvedimenti - ha avvertito - tra il 2011 e il 2013, quando le vecchie leve andranno in pensione e le nuove non saranno ancora riuscite ad aprire un ambulatorio, rischieremo il 'vuoto''', in un momento critico in cui gli anziani aumentano e le esigenze di cura cambiano e si moltiplicano.
Per questo Snamid chiede ''che la medicina generale diventi 'materia' di insegnamento nei corsi di laurea, e non solo dopo''. Secondo la societa', e' fondamentale ''che i medici di famiglia tengano incontri periodici con gli studenti, perche' non e' piu' possibile vedere laureati che arrivano all'esame di Stato senza avere mai visto un paziente''. Il problema, ha confermato il segretario nazionale Snamid, Marco Cambielli, e' che ''se la professione non viene insegnata non puo' certo attirare i giovani, e la crisi vocazionale e' una conseguenza quasi naturale''.
Ma anche quando il neo laureato sceglie di 'votarsi' alla medicina di base, i problemi non mancano. ''Per accedere alla Convenzione con il Servizio sanitario nazionale serve infatti l'attestato rilasciato dopo uno specifico Corso triennale - ha ricordato il vice presidente della societa', Roberto Stella - Ma per ragioni economiche il ministero della Salute ha operato grossi tagli: per il prossimo anno in tutta Italia non ci saranno piu' di 1.500 borse di studio, e solo in Lombardia il numero di posti del corso sono scesi dai 450 del 1994-95 ai 100 messi a concorso nel 2006''.
Senza contare il problema delle liste d'attesa che i medici in possesso dell'attestato devono 'risalire' prima di poter aprire un ambulatorio e diventare operativi: ''Solo in Lombardia quelli che aspettano sono 2.500 - ha riferito Stella - e non ne verranno a capo per almeno cinque o sette anni''. Insomma, ''oggi chi vuole fare il medico di famiglia deve prepararsi a 15 anni di gavetta, in cui la massima aspirazione saranno i turni di guardia medica - ha concluso Bosisio - E se non ha un padre ricco sono guai. I guadagni non consentono certo di mantenere una famiglia ed e' anche per questo che, com'e' stato anni fa per l'insegnamento, ormai la nostra e' una professione declinata 'al femminile'''.
Tuoquotidiano.it
11/03/2006
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