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Sei in /Orsomarso/2004/Giallo ad Orsomarso/Trasferita in Polonia

Torna in Polonia la donna rinvenuta cadavere

ORSOMARSO – Marianna Jachimek, la cittadina polacca il cui cadavere fu ritrovato il 31 agosto scorso in riva al fiume Lao in località Bonicose, nel territorio del comune di Orsomarso, è tornata a casa.
Il tutto è stato reso possibile grazie alla stretta collaborazione fra autorità italiane e polacche e, soprattutto in seguito all’intervento diretto del Consolato di Polonia a Roma che si è adoperato direttamente per completare tutti gli adempimenti burocratici necessari per consentire il trasporto della salma che era custodita, da alcuni giorni, presso la sala mortuaria del cimitero di Scalea.
Ed è stato proprio l’intervento diretto del consolato polacco che ha permesso di accelerare i tempi di rientro della salma della povera donna nel proprio paese di origine, evitando che la stessa fosse tumulata nel cimitero di Orsomarso, così come avevano disposto in un primo momento le autorità competenti, una volta completati tutti gli esami ed accertamenti necessari per le indagini. Tutta la complessa pratica prevista per consentire al mezzo funebre, giunto ieri mattina appositamente dalla Polonia, di prelevare il feretro e ripartire alla volta di Turobin, paese di residenza di Marianna Jachimek, è stata infatti curata dall’Ufficio anagrafe del Comune di Orsomarso, proprio perché il corpo era stato rinvenuto in questo territorio.
Finisce così il tragico destino di questa donna dell’Est giunta in Italia chissà attraverso quali canali, spinta come tante altre, da gravi problemi economici esistenti nel proprio paese, a tentare la via dell’emigrazione temporanea in Italia dove le veniva offerta la possibilità di svolgere un lavoro come badante o come collaboratrice domestica che le avrebbero comunque consentito di assicurare una piccola rimessa alla propria famiglia in patria. Un sogno iniziato probabilmente nella seconda metà di luglio di quest’anno, come si evince dal passaporto che la sfortunata aveva con sé al momento del ritrovamento del cadavere, la cui data di rilascio è proprio il 14 luglio 2004.
Sul fronte delle indagini, che sono andate avanti senza sosta condotte dal capitano Paolo Abrate e dal tenente Daniele Campa della compagnia di Scalea, sembra si sia giunti ad una vera e propria svolta. Da indiscrezioni filtrate dallo stretto riserbo sin qui mantenuto dagli inquirenti, pare che la donna dimorasse nel territorio del Comune di Scalea e che la sua presenza fosse stata già notata da vari testimoni proprio nella cittadina alto tirrenica pochi giorni prima della sua morte.
Le indagini, proseguite anche nel paese di origine di Marianna Jachimek, avrebbero inoltre consentito di aggiungere un altro tassello al complicato caso che comincia così ad assumere risvolti, se possibile, ancora più inquietanti e drammatici. Si parla, infatti, di un sms che la donna avrebbe inviato al figlio il 29 luglio, forse poco prima di morire, nel quale riferiva di continui maltrattamenti che sarebbe stata costretta a subire.
Una notizia che, se fosse confermata, getterebbe ulteriormente una luce sinistra su questa brutta storia i cui contorni iniziano a delinearsi in modo sempre più netto, a cominciare dal primo interrogativo: suicidio o omicidio? Per proseguire poi con il responsabile o gli eventuali responsabili del fatto che si sarebbero occupati anche dell’occultamento del cadavere.
Alla luce, comunque, degli indizi legati al luogo del ritrovamento del cadavere, del fatto che non siano stati sottratti i documenti personali, tutto lascia pensare ad un tentativo goffo quanto disperato, di disfarsi di un cadavere considerato troppo scomodo, fatto da qualcuno che adesso si sente ormai braccato dagli inquirenti.
(san.pio gio.)
15/09/2004
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