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Festa di Cristo Re: una promessa e un compito

Carissimi amici, vi mando un caro saluto dalle Sarre di Tortora, dove (finalmente!) sono rientrato, dopo viaggi vari. Con la pioggia di ieri e di questa mattina, la campagna sembra aver assunto un aspetto di autunno inoltrato, anche se i colori che si ammirano in questi giorni su queste splendide colline sono incantevoli. Vi allego una foto ad hoc. Che volete che vi dica? Sapete già tutto anche sul fatto che con la prossima domenica termina l'anno liturgico nella sua prima tornata dell'anno A.
La festa del Cristo Re che lo conclude è difficile da capire, ma va colta nel senso della regalità di quel Cristo che rinunciò a tutte le sue prerogative divine per mettersi al nostro livello, un livello davvero incredibile, se - a come ci dice nel vangelo - egli si è identificato nell'affamato, nell'emigrato, nel sofferente. Re dell'amore perché re anche della sofferenza e della solidarietà. Vi lascio con questo pensiero augurandovi ancora una volta ogni bene e soprattutto una pace non comoda, ma scomoda: quella che ci fa cercare il Suo volto tra i volti di questa nostra sofferente umanità. Un abbraccio , DG

LA LOCANDINA - Il senso della festa di Cristo Re dell’universo non deve essere offuscato da una rappresentazione “monarchica” della figura del suo protagonista. Viene piuttosto ad indicare una promessa e un compito. La promessa: non c’è realtà alcuna che ancora affligge la nostra umanità che non sarà superata dalla potenza della risurrezione di Gesù. I due nemici fondamentali dell’uomo, il rifiuto dell’amore (il peccato) e la caduta nella totale insensatezza (la morte) saranno certamente sconfitti. Non siamo in grado di sapere quando ciò accadrà, ma certamente accadrà. Questa speranza comporta però anche un nostro compito: costruire nella quotidianità un regno d'amore nelle tormentate vicende della nostra storia personale e collettiva, un regno di realtà già risorte. Spetterà proprio a ciascuno di noi trasmettere a queste un palpito di risurrezione, quello che nasce da dentro e lentamente, come un convinto sorriso, si proietta tra le persone e nelle cose di ogni giorno.

Cristo Re dell’universo (A) 2005
Quando verrai a risollevarci dal sonno,
grano e zizzania
saranno finalmente separate,
tu regnerai, Cristo,
su una radunata umanità,
non per spadroneggiare,
bensì per dare compimento
a quell'amore anticipato
in un gesto di solidarietà,
una carezza, una visita
o in un semplice sorriso.
Ecco venuto il momento
in cui il seme è diventato albero,
la Parola raccoglie tutti i suoi
da ogni angolo della terra
e l'amore finalmente
per sempre primeggia. (GM/20/11/05)

Vangelo secondo Matteo (25,31-46) - "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato…Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare …Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna»".
Paolo Corinzi (15,20-26.28) - "Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte".
18/11/2005
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