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Lenta agonia per la Foderauto di Belvedere

BELVEDERE M.MO – Non si arresta l’agonia della Foderauto Bruzia, un’altra realtà industriale della Calabria che si avvia, come già è successo per Castrovillari, a chiudere i battenti lasciando sulla strada centinaia di famiglie. Ormai è uno stillicidio che non conosce sosta, nonostante la strenua resistenza di lavoratori e organizzazioni sindacali del settore che cercano di impedire che, ancora una volta, le logiche del massimo profitto a tutti i costi possano cancellare una realtà produttiva moderna sconvolgendo l’esistenza di centinaia di persone.
Una situazione che sta andando avanti ormai da mesi e che ha visto schierarsi a difesa dell’azienda quasi tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, con i sindaci del comprensorio che hanno riunito i consigli comunali nella cittadina alto tirrenica per dire ufficialmente il loro no ad una decisione della proprietà dell’azienda, la multinazionale americana Lear, che avrebbe posto l’accento su problemi di competitività. Motivazioni decisamente contestate dalle maestranze e dai rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dall’assessore provinciale al Lavoro Donatella Laudario che sta partecipando attivamente alle varie fasi della complessa trattativa.
Anche il vescovo della diocesi mons. Domenico Crusco ha espresso la sua preoccupazione per quanto si va profilando ed ha richiamato le parti, soprattutto la Lear, alle sue responsabilità morali rispetto alle conseguenze devastanti che si potranno avere su un territorio già segnato dalla disoccupazione. Ma, come si sa, le regole del mercato e del profitto non hanno un’anima e rispondono unicamente alla legge dell’interesse a tutti i costi senza badare a quello che succede intorno.
La cronaca delle ultime settimane ha fatto registrare numerosi incontri a Roma presso la sede della task force presieduta da Borghini che sta cercando di ricucire gli eventuali strappi e far contemporaneamente tornare sui suoi passi la Lear rispetto alle decisioni che sembrano praticamente definitive. Si tratta di veri e propri “viaggi della speranza” per rappresentanti dei lavoratori, sindacati e istituzioni che diventano sempre più numerosi ma anche, probabilmente, sempre più inconcludenti.
Nel frattempo, però, c’è spazio per la polemica politica che vede sul banco degli accusati, ma non è una novità, la Regione Calabria che a quanto pare ha deciso di rimanere fuori da ogni discorso, quasi che si trattasse di un faccenda che non riguardasse centinaia di famiglie calabresi. Un comportamento aspramente criticato sia da parte sindacale che esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dall’assessore provinciale Laudadio la quale ha anche chiesto un intervento decisivo del Governo nazionale per ripristinare le regole contro questo sfrenato neoliberismo trionfante.
Fuori dal coro di critiche al governo di centrodestra ed in sua difesa, si è levata la voce del sindaco di Scalea Mario Russo che invece ha definito ingiusti gli addebiti mossi nei confronti del governo Berlusconi che, a suo dire, non centra proprio nulla trattandosi di scelte operate da soggetti privati.
(san.pio gio.)
06/11/2004
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