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Non il sacro come scelta di comodo, ma la gratuità

Carissimi, vi invio la locandina di domenica prossima, con la riproposta di una lettera per la quaresima di qualche anno fa. L'ho aggiunta facendola pervenire il tempo per la giornata delle ceneri... potrebbe essere di aiuto per qualcuno per l'ingresso in quaresima. Infatti siamo a questa svolta dell'anno liturgico. Ci avviamo verso la pasqua, con tutto il conseguente attraversamento di difficoltà, tappe ed incontri. Vi auguro una buona esperienza spirituale in questo senso, mentre vi segnalo che sul sito ho riportato il mio intervento tenuto a Roma nel già annunciato convegno su Legalità, questione morale, cultura della giustizia, un incontro molto affollato ed interessante, di cui certamente Adista darà conto (si può seguire la rivista tramite www.adista.it. Un abbraccio, Vs GM

LA LOCANDINA - Il Vangelo di questa domenica narra le tentazioni di Gesù. Esse sono indicative delle sue grandi scelte, ma segnalano anche le tentazioni che ogni uomo deve superare e così pure la Chiesa. Innanzi tutto la tentazione di un culto appagante, optando invece per una fede gratuita. Non dunque il sacro come scelta di comodo, ma la gratuità e la provvisorietà. Non una religione prodigiosa e trionfalistica, ma una fede povera e scalza. Non la ricerca di un potere, ma un servizio continuo, che sa consumarsi senza falsi eroismi e senza sterili rimpianti. Sono tutte tentazioni da superare con l'esperienza di una preghiera autentica, che sa scendere nel cuore della terra (cioè nella nostra realtà umana più autentica) per incontrare entrambi: sia Dio sia l'uomo.

1^ Domenica di quaresima (B) 2006
«Della vita d’ogni fratello
sarà chiesto conto».
Avrai ripensato anche tu,
Gesù, all’alleanza di Noè,
vedendo apparire l’arco raggiante di colori
oltre quel deserto dove volesti
restare quaranta notti e quaranta giorni,
in compagnia con gli angeli e le fiere:
le umane paure dimoranti il silenzio
e i mistici trasporti
che ci elevano al di là di noi stessi.
Aiutaci, allora, vincendo ogni tentazione,
a sentirci corresponsabili
della vita di ogni uomo
e pertanto fa’ di noi quegli artefici di pace,
che tu indicasti come figli di Dio.
Fa’ risplendere la nostra vita come piccolo raggio
del grande arcobaleno della pace. (GM/05/03/2003)

Libro della Gènesi (9,8-15) - "Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e noi ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne»".

Vangelo di Marco (1,12-15) - "In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e egli vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»".

Lettera per la quaresima.
Cari amici prendo come punto di partenza il Vangelo del mercoledì delle ceneri. Gesù dice che occorre pregare nel segreto, perché proprio nel segreto Dio, in quanto Padre, ci vede e ci raggiunge. Quel "pregare nel segreto" vuol dire tante cose. Di certo indica una situazione di solitudine. Ora, ci sono solitudini cercate e solitudini non progettate. Le ultime sono quelle che uno si trova a dover affrontare, a dover non solo gestire, ma anche a dover attraversare.
Erano invece solitudini cercate quelle dei nostri antichi monaci basiliani (vedi Notiziario Puntopace n.0), che trascorrevano buona parte della vita in grotte come quella raffigurata nell'immagine in alto. Si trova nelle colline prima di Maratea, siamo andati a visitarla con il nostro gruppo ed è ancora oggi chiamata "Grotta dell'eremita" o "Grotta dell'uomo vestito di bianco" ("Zu Janku"). Sono visibili una croce e la nicchia allungata, scavata nella pietra, dove il monaco dormiva. Quella sua scelta non lo rendeva né infelice, né ostile. Al contrario, come il suo abito bianco sembrava significare, la sua vita doveva essere luminosa e trasparente.
Scendendo nel cuore della terra, abitando appunto nelle grotte, il monaci quasi ascoltavano battere il suo cuore nascosto e sintonizzavano su quel battito il ritmo della loro vita e soprattutto la loro preghiera. Fin lì il Padre li raggiungeva e proprio lì anche Lui era come portato ad ascoltare il cuore di quella terra che ormai si riempiva di preghiere e di canti sommessi, risuonava delle voci degli uomini che abitavano tutto il mondo, dei pianti dei bambini e di quanti soffrono, ma anche del sorriso, della grida di quanti giocano e gioiscono. Sì, il cuore della terra diventava il cuore segreto del mondo degli uomini e quei monaci potevano così pregavate all'unisono con le voci di di tutti sincronizzandosi con il ritmo della terra.
Ma dicevamo che ci sono anche le solitudini non volute, quelle che comunque bisogna attraversare. I nostri monaci conoscevano anche quelle solitudini, le stesse che talvolta ci prendono e non ci lasciano se non dopo averci fatto soffrire e persino piangere, pur nel nostro remoto segreto, quello che nessuno, dico nessuno, talvolta nemmeno chi ci sta più vicino, riesce a penetrare. Che dirvi? Anche qui il Padre ci raggiunge, quando al termine di una giornata o in un pomeriggio piovoso, stanchi delle solite stupide trasmissioni televisive, dei soliti discorsi e perfino delle solite chiacchiere con gli amici, ci ritiriamo in noi stessi e forse ci inginocchiamo accanto al nostro tavolo da studio, proprio il nostro tavolo, quello del nostro quotidiano sudore!
Se non lo abbiamo ancora fatto, facciamolo! Ne vale davvero la pena! Chi ha provato a lasciare tutto fuori della propria porta e si è ritirato in questa profonda preghiera, che è ascolto del proprio respiro e del battito del proprio cuore, li sente prima o poi come respiro e come cuore del mondo.
È l'esperienza autentica della preghiera e dell'essere in sintonia con il mondo. Se lo farai anche tu, vivrai da oggi un'esperienza indimenticabile: parlerai non solo con il Padre, che vede nel segreto, ma con la parte più profonda, con la parte migliore di te, e sarà un'esperienza che trasformerà la tua vita. Buona quaresima allora! Tuo G. Mazzillo [13/02/02]

www.puntopace.net
03/03/2006
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