Accedi oppure Registrati
Prima pagina Notizie Articoli Foto Dizionario dialettale Abystron teche Sostienici

dove

Direttore: Pio Giovanni Sangiovanni Credits | Privacy
 
20:40
Domenica
03/11/2024
Traduci English Français Español Deutsch Portuguese
Sei in /Rubriche/La Locandina/LA LOCANDINA 2014/2^ Domenica di PASQUA 2014 (anno A)

Tommaso rappresenta non solo ogni discepolo, ma ogni uomo

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Tommaso ci rappresenta. Rappresenta non solo ogni discepolo, ma ogni uomo. Sta alla frontiera dell'esperienza religiosa in quanto tale: punto di contatto tra l'Invisibile ed il visibile, tra la nostra fisica corporeità e il mistero che la sostiene e le dà senso. Tommaso desidera toccare Gesù Risorto nella sua realtà umana corporea, la quale, sebbene in forma gloriosa, resta per sempre in Lui, sicché si può davvero affermare che in Lui l'umanità è stata assunta non temporaneamente, ma per sempre. Gesù ha portato la nostra umanità nell'incorruttibile eternità. Si sarà chiesto Tommaso: Ma quale corporeità potrebbe mai essere ora nel Maestro risorto, anche quella che fu ferita con i tormenti degli strazi più crudeli? E possono tali ferite, inferte durante la passione, essere ancora nel corpo di Gesù, oppure tutto è stato cancellato e Gesù è un altro uomo che ha annientato e perciò reso inutile, e pertanto insignificante, il dolore? No, il dolore deve essere stato ed è una cosa tanto seria, che non può essere dimenticato, né abbandonato come involucro che si muta similmente al mutare di un abito. Ecco Tommaso pensa a tutto questo, non perché sia un intellettuale, ma perché presenta il conto della sofferenza umana davanti alla Maestà di Dio e vuole risposte concrete, così concrete come quelle ferite inferte al corpo del Maestro. E il Maestro l'accontenta. È lì davanti a lui con le sue ferite, che vuole che Tommaso verifichi con le sue stesse mani. All'apostolo non resta che arrendersi al Mistero che si presenta in forma palpabile e dire: «Signore mio e Dio mio!». Con tale confessione riconosce l'assunzione della sofferenza, di qualsiasi sofferenza, nella realtà stessa di Dio.

PREGHIERA
Qui, Gesù, tra pietre e graminacee,
dimenticate dagli uomini ma non dalla natura né da Dio,
arrivano inattese e improvvise ghirlande irregolari
eppure splendenti di papaveri rossi;

ricordano la Tua Pasqua, che come
scaturita da una pietra tombale,
è emersa nella sua gloria discreta e tuttavia incontenibile;

ricordano le tue ferite, che Tu non nascondesti
a chi, come Tommaso, voleva toccarle...
e allora anche per lui iniziò di nuovo
a cantare con la Pasqua la vita.

Vita che è pace con tutti e ciascuno
e soprattutto con noi stessi,
avendo visto e guardato
con gli occhi del cuore.

Sì, pensando a quel Tuo cuore, che già fermo
era stato trafitto da una lancia,
ultimo dono che Tu hai ricevuto qui da noi sulla terra,
e tuttavia aveva ripreso a battere per l'amore
che né la morte e nemmeno quel colpo
avevano mai svuotato né giammai
avrebbero potuto prosciugare,
perché esso era ed è sempre
l'amore di Dio. (GM/27/04/14)

Dal vangelo secondo Giovanni (20,19-31) - La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome

27/04/2014
Ascolta con webReader

 


0 commenti.

Per visualizzare lo spazio commenti è necessario accedere al sito.

Accedi
Nome utente
Password
 
 
Registrati | Recupera dati

Allegati

In questa sezione