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Una gioia non disgiunta dalla sofferenza

LA LOCANDINA - Carissimi, ecco la locandina di domenica prossima, domenica delle Palme. A Tortora e dintorni, dopo la messa, tutti si scambiano un ramoscello d'ulivo, con un augurio di pace. E' una bella consuetudine, che però non nasconde la drammaticità di ciò che si sta per vivere. Infatti, quando le "palme" sono ancora fatte di foglie d'ulivo intrecciate, sono spesso adornate con viole ciocche (che in Germania ho anche sentito chiamare Osterblumen, fiori di pasqua). Come a dire che la pace costa un prezzo, molto alto: quello del sacrificio di Gesù che non dobbiamo mai dimenticare. Così come la gioia ha anche colori e tonalità che ricordano la penitenza (violetto) e persino il sangue (vedi il rosso degli abiti liturgici della messa di domenica). Con ciò vi giunga anche un mio sentito augurio di pace, con i miei saluti di sempre, G.M.

Ci avviciniamo alla settimana santa. La liturgia della domenica delle palme è duplice. La prima parte narra l'ingresso di Gesù in Gerusalemme. La redazione di Matteo, che si legge quest'anno, ha chiari riferimenti biblici della Prima Alleanza. Riguardano la gioia che è preannunciata a Israele perché sta per venire un re di pace che eliminerà le armi (cf Zc 9,9 und Is 62,11) e il titolo messianico dato a Gesù di "Figlio di Davide" (cf. Sal 118,25-26). La seconda parte è tutta incentrata sulla passione di Gesù, secondo il racconto di Luca (22,14-23,56). Una storia che vede una grande partecipazione di folla, al seguito del Maestro, con sentimenti diversi e reazioni differenziate. Siamo chiamati anche noi a guardare e a chiedere benevolenza a Colui che avrà misericordia anche verso uno dei due condannati pendenti dalla croce accanto a lui.

Domenica delle Palme (a) 2005

La folla t'acclama e t'accompagna,
Figlio di Davide
che entri in Gerusalemme,
la città che sai aver lapidato il profeti.
Ma tu vai ugualmente e con lo sguardo
accarezzi quei poveri accorsi
con la loro speranza.
L'asinello ti porta
come i patriarchi d'un tempo
quale re della pace, che, mite, sa sfidare
gli eserciti e i fanatismo dei signori del tempio.
Sono qui anch'io, Gesù,
e so già che a perderti
basterà un meriggio di Nisan,
ma a ritrovarmi sarà il tuo amore di sempre.
(GM/20/03/05)

Vangelo di Matteo (21, 1-11) “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un’asina e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. Se qualcuno vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li manderà subito». Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta:
Dite alla figlia di Sion:
Ecco, il tuo re viene a te
mite, seduto su un’asina,
con un puledro figlio di bestia da soma.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava:
Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: “Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea”.
18/03/2005
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