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Quarta di Quaresima: E sia la Luce!

Carissimi tutti, con il mio abituale saluto l'abituale locandina. … La quaresima è un tempo particolare di grazia e lo snodo degli episodi evangelici ci porta per mano verso ciò che va al di là delle nostre mani, ma certamente non del nostro cuore: l'inafferrabile Infinito dal quale siamo sempre affascinati e come satelliti, forse vi giriamo intorno, sapendo che prima o dopo la sua sovrabbondante forza di gravità ci scardinerà dalla nostra orbita per prenderci definitivamente con sé...
Un'immagine presa dal mondo astronomico... Sì, se anch'essa può servire... Mi fa venire in mente alcuni versi di Rilke, che avevo tradotto anni fa dal "Libro delle ore" (Das Stundenbuch), quando ancora pensavo di perfezionare il mio tedesco, pur sempre imperfetto...
Qui trascrivo la parte che mi ha toccato profondamente e che sono sicuro toccherà anche voi. E' un monaco che parla, lo stesso che prega con le sue parole, intrecciandole alle ore liturgiche.

Dal Libro delle ore di Rainer Maria Rilke
Niente mi è irrisorio e io l'amo per questo
dipingendolo grande su uno sfondo dorato,
lo ritengo elevato, seppure non sappia
a chi ciò possa librare l’ anima ...

La mia vita la vivo in concentrici cerchi
che intorno alle cose si avvolgono.
Forse l'ultimo non lo porterò a compimento,
e tuttavia voglio tentarci.


Io ruoto intorno a Dio, all'antichissima torre
e vi ruoto da lunghi millenni:
ma non so ancora: sono un falco, o una tempesta
o un maestoso corale.

Soltanto che appena anch'io mi ripiego su me stesso:
diventa oscuro il mio Dio e come un intreccio
di cento radici, che succhian silenti.
Solo, che io mi sorregga al suo calore
più io non so perché tutti i miei rami

nel profondo riposano e soltanto si smuovono al vento.

Non possiamo dipingerti quale tu sei,
Aurora dalla quale saliva il mattino.
Da vecchi astucci di colore sbozziamo
gli stessi tratti e gli stessi raggi
dei quali il santo preferiva tacere.

Innalziamo icone innanzi a te come muri
sicché mille pareti già ti stanno davanti,
poiché le nostre mani devotamente ti nascondono
così spesso come i nostri cuori ti scorgono.

Del mio essere amo le ore più oscure,
nelle quali i miei sensi sprofondano;

come in vecchie lettere, in esse ho trovato
il mio quotidiano già un tempo vissuto
come leggenda lontana di già superata.

Da esse vengo a sapere di avere lo spazio
per un'ampia altra vita che non è più nel tempo.

E talvolta sono come quell'albero
che maturo e frusciante da sopra una tomba
realizza il sogno che un bambino passato
(avvolto dal caldo delle sue invadenti radici)
nella tristezza smarrì e nei suoi canti.

La quarta domenica di quaresima ci vede impegnati con il lungo ed intenso passo del vangelo di Giovanni, che narra un triplice incontro del cieco nato con Gesù. Il primo è con un guaritore straordinario, che usa una tecnica particolare che a noi moderni potrebbe far senso. Andando al di là di questo, il gesto di Gesù evoca qualcosa di grande e di primordiale: la creazione della luce e la plasmazione del primo essere umano del libro della Genesi. Il secondo incontro del cieco è con l'uomo di Dio. Gesù gli appare proprio così. Nessun uomo può compiere ciò che egli ha fatto, se Dio non è con lui. Il cieco, che ora vede in tutti i sensi, può dare lezione su questo anche ai dotti farisei, che tuttavia non “vedono” tale evidenza. Ma segue un terzo e decisivo incontro. Il cieco, scacciato dalla sinagoga ed emarginato proprio da quanti si ritengono rappresentanti di Dio e della sua legge, incontra di nuovo Gesù, anche lui - strano a dirsi, ma è così - scacciato dalla sua casa dai medesimi soggetti. Gesù si presenta come "il figlio dell'uomo", che qui equivale a dire il messia, il Figlio di Dio. Il cieco non ha alcuna remora, lo riconosce come tale e in questo senso diventa un suo discepolo.
4^ Domenica di Quaresima (a) 2005
Al cieco incontrato sulla strada
riplasmi gli occhi con l'argilla
della prima creazione,
mentre ne accarezzi il volto
e come allora
dici 'Sia la luce!'
E lui, guardando ora nei tuoi occhi,
scorge la tua sorte
e intuisce il tuo mistero:
sei venuto, Gesù, a rischiarare
tenebre immense
che da tempo immemorabile abitiamo,
luce del mondo, fa' che camminando
accanto te, noi non ci smarriamo. (GM/27/02/05)

Vangelo di Giovanni (9,1-41) «Passando vide un uomo cieco dalla nascita …[disse] “Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva... Alcuni dicevano: "E' lui"; altri dicevano: "No, ma gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". Allora gli chiesero: "Come dunque ti furono aperti gli occhi?". Egli rispose: "Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista". Gli dissero: "Dov'è questo tale?". Rispose: "Non lo so". Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo"... Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "E' un profeta!". Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista …lo insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè… E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?". Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". Gli disse Gesù: "Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui". Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi". Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?". Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane” ».
04/03/2005
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