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Grande interesse e partecipazione all'incontro con don Marcello Cozzi organizzato dal Caffè letterario

PAPASIDERO - Continua a Papasidero l'interessante esperienza del Caffè letterario Pietro e Alessandro Verri che la sera del 6 agosto scorso ha trasformato la raccolta piazzetta Umberto I dell'antico borgo in un autentico salotto in cui si è sviluppato un vivace dibattito attorno al libro "Quando la mafia non esiste" e al suo autore don Marcello Cozzi. Si è trattato di un evento di altissimo livello culturale e valenza sociale, politica ed educativa che ha fatto registrare una notevole partecipazione di cittadini papasideresi, moltissimi giovani, ma anche di gente proveniente dai paesi della costa alto tirrenica. Attorno al tavolo dei relatori, oltre al responsabile del Caffè letterario Alberto Di Franco che ha coordinato i lavori, si sono seduti la neo-laureata in giurisprudenza Mariagrazia Grisolia, il sindaco di Papasidero Fiorenzo Conte e don Marcello Cozzi che è anche responsabile nazionale di ‘'Libera'' per la formazione.

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Dando il suo benvenuto all'illustre ospite, il primo cittadino del piccolo centro della valle del Lao, ha sottolineato l'importanza che anche in questa comunità apparentemente così lontana dai centri che contano della vita politica regionale e nazionale, ci si ritrovi per discutere di mafie e di impegno a favore della lotta per la legalità. "È un segno - ha aggiunto - che si tratta di questioni rispetto alle quali nessuno può ritenersi immune o esonerato in quanto, prima ancora che un fatto organizzativo e criminale, le mafie sono un fenomeno che investe un certo modo di essere e di vivere la quotidianità, negli episodi e nei gesti a volte più insignificanti dei comportamenti di ciascuno".

Mariagrazia Grisolia, papasiderese doc anch'essa, ha invece sviluppato l'argomento soprattutto sotto l'aspetto tecnico-giuridico illustrando in modo chiaro l'evoluzione della normativa riguardante i reati di associazione mafiosa, con particolare riferimento all'art. 416 bis del codice penale. Un intervento, questo, che non ha mancato di richiamare anche aspetti e situazioni connesse con la storia passata e recente, italiana e oltre.

Don Marcello Cozzi, dal canto suo, ha innanzitutto sottolineato la grande importanza che a porsi in modo così forte e determinato la questione della necessità di lottare contro la criminalità mafiosa in tutte le sue forme, siano tantissimi giovani, come quelli seduti al tavolo della presidenza. Un fatto che, da una parte consente di guardare al futuro con speranza, ma che comunque non deve lasciarci andare a facile ottimismo in quanto il fenomeno mafioso è profondamente radicato nelle società, nelle sue istituzioni, anche nei punti nevralgici dello Stato, fa paura e manifesta tutta la sua potenza e onnipotenza non solo quando compie le stragi, ma soprattutto quando sembra di vivere in una situazione di "normalità". È infatti proprio quest'ultima condizione che le organizzazioni criminali prediligono, perché vuol dire che si allenta il controllo sociale e la tensione morale e civile, e le mafie possono realizzare i propri affari penetrando ulteriormente nel sistema economico del Paese per riciclare il denaro sporco e aumentare a dismisura i loro profitti e il proprio potere di condizionamento.

Un'analisi lucidissima, quella del prete antimafia, che ha ripercorso tutte le dinamiche che caratterizzano il fenomeno ed i suoi rapporti con i privati cittadini e le istituzioni pubbliche a tutti i livelli. A tale proposito don Marcello Cozzi ha ricordato una delle grandi battaglie che l'associazione Libera sta conducendo per quanto riguarda i provvedimenti di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa, per i quali viene chiesto con forza che accanto ai politici che giustamente vengono rimossi, bisogna che anche i funzionari e responsabili di quelle istituzioni vengano mandati a casa in quanto, spesse volte, il sistema di corruzione e di malaffare si annida proprio negli ingranaggi della pubblica amministrazione.

Tutti i concetti espressi dai relatori sono stati ripresi e sviluppati ulteriormente dagli interventi che si sono succeduti nel corso del breve ma intenso dibattito che ne è seguito, che ha dimostrato quanto sia stata giusta e azzeccata la scelta del Caffè letterario di chiamare a raccolta in piazza la comunità locale di Papasidero, che ha risposto positivamente, a dispetto di quanti magari pensavano che tutti siano perennemente annoiati, rapiti e storditi dai messaggi mediatici di quella grande finzione che è spesso la televisione, o distratti dall'atmosfera vacanziera agostana.

Pio G. Sangiovanni
09/08/2010
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