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Comunità montana: è polemica fra Blundi e Paolino

La profonda crisi finanziaria che sta attanagliando la Comunità montana “Alto Tirreno” di Verbicaro giunta ormai sull’orlo di un nuovo commissariamento, a causa della condanna al pagamento di una somma di circa 2 milioni di euro a favore dell’impresa che ha realizzato i lavori di disinquinamento del tratto costiero Tortora-Diamante, viene accompagnata da una polemica politica senza fine fra l’ex Presidente Salvatore Paolino e quello attuale Giuseppe Blundi Nei giorni scorsi il primo aveva diffuso una dichiarazione pubblicata sulla Provincia cosentina che accusava come unico responsabile del dissesto finanziario dell’Ente comunitario proprio Blundi. Ecco la replica che pubblichiamo integralmente per completezza di informazione. «La Comunità Montana “Alto Tirreno” di Verbicaro è al collasso economico per essere stata condannata al pagamento di 1.885.000 Euro, e quant’altro dovuto per legge, a favore dell’impresa che ha realizzato gli impianti del disinquinamento costiero tratto Tortora-Diamante negli anni novanta. Tal Salvatore Paolino da Santa Domenica Talao, ha scoperto il responsabile del disastro economico abbattutosi sull’Ente Montano, tanto si evince da una sua nota pubblicata dal quotidiano “La Provincia” del 23/7/2004 nella quale così afferma: “E’ bene dirlo sull’intera vicenda esiste un solo responsabile: Giuseppe Blundi”.
Dopo tali affermazioni non mi resta che aspettare che ne prendano atto sia la Giustizia Amministrativa che la Giustizia Penale e procedano nei miei confronti, e che gli stessi dipendenti della Comunità Montana, dei quali “apprezzo il commovente silenzio” sulle predette dichiarazioni, facciano la stessa cosa costituendosi parte civile. Non so se la causa di tale patologia sia dovuta alla canicola di questi ultimi giorni, in ogni caso niente può giustificare affermazioni false e tendenziose, per cui ritengo necessario fare alcune puntualizzazioni. L’Amministrazione comunitaria da me presieduta, insediatasi nel mese di Gennaio 2003, è del tutto estranea alla vicenda che come detto risale agli anni novanta, così come è del tutto estranea al contenzioso instaurato con la ditta nel 2001 per il mancato rispetto dell’accordo transattivo da parte dell’Amministrazione comunitaria dell’epoca, presieduta dal citato Salvatore Paolino.
Nel 1990 la Comunità Montana, come dalla stessa richiesto, fu incaricata dalla Regione Calabria a gestire la realizzazione del progetto del disinquinamento costiero tratto Tortora-Diamante. Per seguire tali lavori furono nominati nove ingegneri Direttori dei lavori più un coordinatore degli stessi nella persona dell’ing. Salatino, più tre tecnici per gli espropri, oltre al Direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Ente con le funzioni di coordinatore unico. Le figure professionali perché tutto fosse sotto stretto controllo e procedesse nei modi dovuti certamente non mancavano. Il dubbio che le cose non procedessero in modo del tutto lineare sarebbe stato legittimo visto che, gia nel 1992, l’impresa costruttrice apponeva due riserve nel registro di contabilità oltre a far presente l’andamento anomalo dei lavori. Nel 1994 le riserve diventano sette di cui solo una di circa sei miliardi; dette riserve vengono tutte rigettate dalla Direzione Lavori in quanto “inconsistenti di fatto e di diritto”. Le stesse, confermate dall’impresa nel 1999 in occasione del XVII ed ultimo SAL, vengono di nuovo rigettate con analoghe motivazioni dalla Direzione Lavori.
Nel mese di Ottobre 2000, il Responsabile del Procedimento ing. Di Lascio, acquisita la relazione dei collaudatori e la relazione riservata della Direzione Lavori (dalla quale risulta un evidente cambiamento di parere circa le pretese dell’impresa), sentita la stessa impresa, sottopone all’Amministrazione Comunitaria proposta motivata di accordo bonario per £ 1.500.000.000 a soddisfacimento delle citate riserve. Il 31 gennaio 2001 viene stipulato dal Presidente dell’epoca Trimboli l’accordo transattivo tra la Comunità Montana e l’impresa per l’importo di £ 1.500.000.000 a completa e definitiva tacitazione di ogni pretesa. Il 3 maggio 2001 defenestrando l’amico di partito Trimboli con l’aiuto dei socialisti e di esponenti di Forza Italia diventa presidente dell’Ente montano Salvatore Paolino, il quale trovandosi dinanzi ad un accordo ben definito e definitivo avrebbe dovuto solo rispettarlo entro il 31 luglio dello stesso anno, mettendo così la Comunità montana completamente al riparo da ogni problema di sorta. Non risulta che all’epoca, per discutere su come affrontare e onorare tale impegno siano state convocate riunioni di Consiglio Comunitario, siano stati investiti del problema sindaci ed amministratori regionali, siano state convocate assemblee con i dipendenti e le organizzazioni sindacali o si sia pensato alle tanto decantate commissioni. Niente, silenzio assoluto.
L’accordo transattivo decade senza aver verificato la possibilità di utilizzo dell’avanzo di amministrazione di ben 1.288.000.000 di lire che l’Ente registrava al 31 dicembre 2000. Su questo e su altro qualcuno dovrebbe riflettere anziché blaterare dalle colonne dei giornali. Il non rispetto dell’accordo transattivo ha comportato, come precisato nello stesso accordo, il ricorso al Collegio Arbitrale, con conseguenti spese per centinaia di milioni di lire dovute complessivamente sia per lo stesso collegio che per arbitro e avvocato difensore, proposti e nominati dallo stesso Presidente Paolino ed inoltre ha comportato la condanna dell’Ente al pagamento di quasi il triplo di quanto previsto con l’accordo stipulato dalla Presidenza Trimboli.
Se responsabilità esistono non sta a me accertarle, non ne ho mai attribuite né lo faccio in questa circostanza, se queste esistono fanno sicuramente e principalmente capo a chi ha gestito i lavori negli anni novanta, tanto si evince dalle conclusioni del Collegio Arbitrale atteso che le motivazioni, date dallo stesso Collegio per le quali la Comunità Montana è stata condannata a risarcire l’impresa, parlano di interessi per ritardata corretta contabilizzazione e sospensioni dei lavori da parte della Direzione Lavori, ritenute illegittime. Se responsabilità vi sono nel non aver utilizzato l’avanzo di amministrazione esistente al 31 dicembre 2000 per onorare l’accordo transattivo, atteso che la Regione investita della cosa dal Presidente Trimboli non se ne fece carico, non tocca a me stabilirlo, anche in questo caso non attribuisco responsabilità, mi limito semplicemente a rappresentare quanto viene fuori dagli atti amministrativi.
Una cosa è certa: durante tutti i periodi citati e durante tutte le circostanze esposte, non era Presidente della Comunità Montana Giuseppe Blundi. Questa è la situazione che l’attuale Amministrazione ha trovato e, come si può evincere anche da questa sommaria e sintetica ricostruzione dei fatti, non ci sono stati ritardi o inadempienze regionali per le quali poter realisticamente aprire un contenzioso o comunque una protesta nei confronti dell’Ente Regione che a suo tempo ha regolarmente trasferito alla Comunità Montana il finanziamento complessivo di £ 29.811.000.000 previsto per l’intera opera, portata a termine e regolarmente collaudata. Stante la situazione, d’intesa con le organizzazioni sindacali di categoria, giustamente preoccupate, abbiamo portato la questione all’attenzione delle istanze regionali e provinciali non lasciando inesplorata nessuna via, e nei modi che la situazione suggeriva, all’attenzione della Presidenza della Giunta Regionale affinché, facendo salve le eventuali responsabilità, intervenisse per salvare l’Ente da un sicuro fallimento atteso che le Comunità Montane non possono applicare le norme di legge previste per il risanamento degli Enti in dissesto finanziario.
I buoni propositi manifestati e che si sarebbero dovuti concretizzare con la imminente manovra finanziaria che il Consiglio Regionale si appresta a varare non hanno avuto, al momento, il riscontro previsto, per cui la situazione è diventata realmente preoccupante; né la discesa dei sindaci a Reggio Calabria in audizione presso la Commissione Bilancio Regionale, che comunque ringrazio per la partecipazione e preoccupazione dimostrate, ha sortito gli effetti sperati. L’attuale Amministrazione comunitaria sta comunque continuando a lavorare non lasciando niente di intentato affinché in sede di Commissione Bilancio o di Consiglio Regionale si possa aprire qualche spiraglio per la soluzione del problema.
Nel frattempo dobbiamo occuparci anche di chi trova il tempo per continuare nell’attività denigratoria intrapresa diffondendo notizie del tutto false, dopo essersi dissociato in Consiglio Comunitario dal fare fronte comune nella fase attuale, come in tal senso condiviso anche dalle organizzazioni sindacali presenti Cgil, Cisl e Uil, dai consiglieri regionali Mistorni e Pacenza e dal Consigliere Provinciale Riccetti. Questa Amministrazione per l’organizzazione di “feste e festicciole” (così Salvatore Paolino ha definito le iniziative di carattere culturale di riscoperta e valorizzazione delle tradizioni, che egli stesso ha pubblicamente apprezzato quando sono state realizzate nel suo comune), ha utilizzato il fondo per la montagna assegnato alla Comunità Montana anche per queste iniziative previste nel Piano Annuale Operativo approvato dal Consiglio comunitario in attuazione del Piano di Sviluppo Socio-Economico dell’Ente. Non è stata usata nessuna somma proveniente dall’avanzo di amministrazione né è stato speso un miliardo e passa (come da lui affermato) ma complessivamente solo 95.000 Euro. Parte dell’avanzo di amministrazione è stato invece utilizzato per pagare debiti fuori bilancio certamente non assunti dall’attuale Amministrazione comunitaria.
I Consiglieri comunitari sono a conoscenza degli argomenti predetti in quanto gli stessi passati al vaglio del Consiglio comunitario, pertanto affermazioni contrarie sono in perfetta malafede. Per quanto riguarda il tormentone dell’indennità, il Presidente della Comunità Montana e gli Assessori percepiscono quello che è previsto dalla legge così come lo percepisce il sindaco di Santa Domenica e come lo stesso Salvatore Paolino ha percepito quando ha fatto l’amministratore alla Comunità Montana, salvo che quello che per lui è legittimo per gli altri diventa illegittimo.
Proporre poi una nuova Giunta con un Consiglio in fase di scioglimento, come notificato a tutti i consiglieri dal Prefetto, rappresenta l’apice della imbecillità politica. Continuerò, lavorando responsabilmente, nel rispetto delle istituzioni a rimanere al mio posto come vuole la legge, anche perché la Presidenza Blundi non è stata né sfiduciata né le è venuta a mancare la maggioranza, come invece successe nel 2001 alla Presidenza Paolino comunque mantenuta fino alla nomina del Commissario Straordinario. La Presidenza Blundi è solo vittima degli errori del passato».
27/07/2004
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