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Il falso rigore formale del Miur che cancella e mortifica la sostanza dell'azione educativa

di Maurizio Tiriticco

ITALIA SCUOLA - Per pacco si intende ... una scatola di cartone sigillata con nastro adesivo... e protetta da una fettuccia di plastica telata termosaldata a croce. Chi non sa che cosa sia un pacco, ora lo sa! Ritroviamo tale definizione nel glossario che apre la cm 50 dello scorso 7 giugno con cui il Miur dà indicazioni sulle modalità di svolgimento della prova nazionale negli esami di scuola media.

Ma, perché non mi si dice quanto misura il pacco, quanto pesa, di che colore è la carta che lo avvolge? E poi... c'è la termosaldatura! Basterà un paio di forbici per tagliare la fettuccia? O ci vorrà una diavoleria elettronica? Dentro il pacco ci sono plichi ... attenzione non sono solo plichi, sono "plichi ordinari", perché più avanti vengono "plichi speciali", tutti debitamente virgolettati. Plichi ordinari che sono costituiti da un involucro di plastica sigillato, sulle linee di congiunzione, con termosaldatura! Plichi ordinari che, a loro volta contengono fascicoli! Non si precisa se si tratta di fascicoli ordinari o speciali! Mah! E che cosa ci sarà dentro ogni fascicolo? E avanti di questo tono per ben dieci pagine!

Cominciava a piacermi questo gioco di scatole cinesi! Occorrerà aprire il tutto per vedere e toccare con mano! Ma come si fa ad aprire un pacco? Le istruzioni mancano, per cui c'è il grosso rischio che i pacchi del Ministero... o del mistero, rimangano chiusi!

Dieci pagine di glossario e di istruzioni, e sono tante... e guai a sbagliarne una! Ma che sarà mai questa prova nazionale? Nulla contro la serietà di una prova! Nazionale per giunta! Arriviamo ben ultimi in Europa e non dobbiamo correre rischi! Una scuola scarrupata e copiona - forse la giudicano così al Miur - merita le dritte opportune! Tutte le operazioni sono puntualmente e dettagliatamente prescritte e... guai a sgarrarne una! Ne va della correttezza e della legittimità dell'esame!

Ma come! Il Presidente del Consiglio dice che la Costituzione è un inferno, troppo piena di norme e di regole che non solo limitano, ma addirittura affossano la libertà e la creatività personale! E poi il Miur impone alle scuole una sorta di camicia di forza? Tutto questo per sperimentare una prova nazionale che, invece, dovrebbe renderci tutti più liberi e contenti! Ma cerchiamo di essere seri! Dov'è Don Lorenzo! A lui non mancava affatto il rigore... e come faceva rigare i suoi ragazzi! Ma non era il rigore della forma, bensì quello della sostanza di chi insegna sapendo veramente come si insegna e come si sollecita un reale apprendimento!

Siamo di fronte ad una prova nazionale che ci dovrebbe dare... non dico gioia, perché una prova è sempre una prova, ma che dovrebbe sollecitare in insegnanti e alunni interesse, partecipazione, entusiasmo anche, perché siamo tutti chiamati ad un qualcosa di veramente nuovo ed importante che ci dovrebbe permettere di crescere, di migliorare, di confrontarci su un terreno che va oltre le mura di una classe e di una scuola! Ci mettiamo tutti in gioco ad un livello che per la prima volta è nazionale! Ed è - o dovrebbe essere - una esperienza del tutto nuova!

Ed invece non è così, non sarà così! La mannaia della burocrazia è capace di spegnere il nuovo anche prima che nasca! Sarà la prova della paura di "sbagliare"! Perché tutti potranno sbagliare! Guai ad aprire i plichi un minuto prima! "Regolate gli orologi!": come nei film di guerra! Poveri docenti! Guai a mettere la crocetta sul quadratino sbagliato, o meglio, errato! Poveri alunni! Gli esami sono sempre una prova e inducono sempre ansia e preoccupazione! Ma non ci si può divertire, soprattutto se lo fa il Miur, ad aumentare quest'ansia a dismisura, ad incutere solo la paura di sbagliare!

Attenzione! Occorre anche guardarsi dagli insegnanti stessi! Infatti, "per le prove di italiano e di matematica (prova nazionale), sono da nominare due coppie di docenti vigilanti: per l'italiano occorre non nominare i docenti della materia; per la matematica occorre non nominare i docenti della materia e quelli di tecnologia. Per quanto possibile non nominare vigilanti i docenti della classe (deve trattarsi, comunque, di docenti della commissione plenaria)". Guai ad incrociarsi sulla soglia di una porta! Apriti cielo! Così eviteremo gli aiutini!
Insomma, una prova che poteva essere nuova, interessante, utile, aperta a una prospettiva valutativa diversa dal trantran quotidiano dei voti resuscitati, sarà vissuta come una ulteriore iattura, dopo le tante che in questi ultimi anni la nostra scuola dell'obbligo ha subito, con pazienza e rassegnazione!

Nella circolare non c'è nulla di incoraggiante, nulla che solleciti al nuovo! E' il mattinale dell'ultimo commissariato! Solo furti e rapine! Ma è proprio questa la scuola che vogliamo? Una scuola dell'obbligo incartata in formalismi che la rendono prigioniera di se stessa? E tutto questo per rendere più severo - si fa per dire - un esame che ormai vale quanto il due di briscola, per quanto riguarda la sua sostanza? Con l'esame di terza media una volta si concludeva veramente un ciclo! Oggi non è più così! Neanche un "bidello" - che tra l'altro tale più non è - può far valere la sua licenza media, perché occorre un titolo superiore! Un esame che non siamo capaci di cancellare perché non siamo capaci di dire a noi stessi, e di scrivere per legge, che il reale primo ciclo di istruzione si conclude con l'adempimento di un obbligo decennale!

Abbiamo un'amministrazione che non è capace di essere rigorosa nel pretendere che dopo dieci anni di studi i nostri ragazzi siano certificati per quelle competenze culturali e di cittadinanza che quasi tutti i Paesi dell'Unione europea ormai garantiscono! Però abbiamo un'amministrazione che ci vuole far credere che la licenza media è così importante da meritare una prova nazionale, ma con un rigore da Stato di polizia!
Per concludere, per pacco si intende... quest'ultimo grazioso regalo del Miur.

10/06/2010
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