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Sale di tono la polemica fra Russo e Praticò

Sale di tono il confronto sul problema lidi fra il Consigliere provinciale Antonio Praticò ed il suo collega, nonché sindaco di Scalea, Mario Russo.
“La replica del Sindaco di Scalea sulla questione dei lidi oggetto di sequestri giudiziari – scrive Praticò – avvenuti per sue precise inadempienze, problema da me sollevato nei toni e nei contenuti propri della mia veste politica di Consigliere provinciale di maggioranza, rafforza, se c’era bisogno, il giudizio espresso sui suoi comportamenti dallo stesso capogruppo di Forza Italia Mario Giordano che afferma: ‘’gli atteggiamenti infantili e prepotenti posti in essere dal consigliere Mario Russo che pretendeva la carica di capogruppo alla Provincia, senza i necessari consensi, non potranno trovare spazio in un gruppo di riferimento serio e democratico all’interno della Casa delle Libertà’’ (La Provincia del 11.07.2004 pagina 10).
Aggiungo di mio – continua Praticò – che il politico è un uomo pubblico e, in quanto tale, deve rendere conto dei suoi comportamenti all’opinione pubblica che li giudica sempre con occhio severo, anche quando per difendere la propria sfera privata perde la calma, e all’ospedale di Praia tutti sanno quello che accadde, perché incapace di mantenerla e non riesce a contare fino a dieci prima di aprire bocca per dire solo corbellerie, altro che la caduta di stile di cui mi accusa”.
Fatta questa premessa Antonio Praticò torna nel merito della questione e sui fatti che si sono succeduti a partire dall’anno 2001: “Tutto il ragionamento che fa a sua difesa, circa le concessioni dei lidi, è una contraddizione in termini perché, nelle dichiarazioni riportate dalla stampa il 28 luglio 2004, sostiene testualmente: ‘’La problematica nasce dalla ‘mancata approvazione’ del piano spiaggia presentato alla Provincia nel 2001’’ (e non poteva essere altrimenti visto anche il parere contrario della Regione Calabria reso in conferenza dei servizi e correlato della relative prescrizioni), mentre nelle dichiarazioni odierne sostiene: ‘’per ciò che riguarda il piano spiaggia di Scalea ed il suo iter approvativo, premesso che fu effettivamente inoltrato alla Provincia nel 2001, v’è da precisare che lo stesso venne restituito al Comune in data 30 marzo 2001, ‘con parere favorevole’, a condizione che si fossero reperite più vaste aree da destinare a spiaggia libera’’.
Possibile che in due giorni la mancata approvazione sia diventata parere favorevole, seppur condizionato? Forse che il Municipio di Scalea – ironizza Praticò – è una Repubblica indipendente fondata sull’equivoco e sulla millanteria? Nello stesso intervento sulla stampa di oggi, Russo ammette candidamente che ‘’le scelte operate a livello locale, nel corso degli anni, sono state adeguate alle previsioni di sviluppo lungo l’arenile tenendo conto delle nuove concessioni rilasciate dalla Regione Calabria a partire proprio dall’anno 2001’’. Allora, se abbiamo ben capito – aggiunge l’ex sindaco di Praia a Mare – il Comune di Scalea non solo dal 2001 non ha ottemperato alle richieste della Provincia e della Regione, espresse in conferenza di servizi, di ‘’reperire più vaste aree da destinare a spiaggia libera’’, quanto addirittura, complice probabilmente qualche funzionario regionale con il suo colpevole silenzio-assenso, ha consentito a partire proprio da quella data il rilascio di nuove concessioni demaniali (sembra venti e tutte in campagna elettorale).
E’ proprio un bel pasticcio, i cittadini non possono usufruire di spiagge libere e i balneari, dopo aver attrezzato i lidi con grandi sacrifici economici, sono considerati degli abusivi e le strutture poste sotto sequestro giudiziario. Per non parlare poi dei quasi inesistenti pareri sanitari.
Riformulo allora – conclude l’esponente della Margherita – la mia totale disponibilità, quale consigliere provinciale di maggioranza, ad affrontare e risolvere i problemi degli operatori del mare di Scalea garantendo loro tutele dignitose purché rispettose delle leggi a cui mi sono sempre ispirato, per buona pace di Russo e dei suoi irriguardosi attacchi alla persona e non all’operato di amministratore, come invece è mio costume”.
(san.pio.gio.)
02/08/2004
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