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Quando galli e colombi si beccano ... Un minimo di chiarezza su Cittadinanza e Costituzione

di Maurizio Tiriticco

ITALIA SCUOLA - ...non è facile capirci qualcosa! Alludo agli scritti di Gherardo Colombo e di Ernesto Galli della Loggia apparsi recentemente sul Corriere della Sera e... vi assicuro che non ho capito di che cosa abbiano discusso! Due schermidori che colpiscono a vuoto, secondo me! Il focus sembrerebbe l'innovazione indotta dalla recente introduzione in tutti i gradi e ordini di istruzione di una nuova disciplina, Cittadinanza e Costituzione! Però, per quanto riguarda una indicazione degli obiettivi, dei contenuti e del ruolo che la nuova disciplina è tenuta a perseguire, non penso che i nostri autori ci abbiano fornito informazioni corrette e pertinenti. Agli attacchi uggiosi e addirittura eversivi di Galli della Loggia contro la nuova disciplina, le sue finalità, i suoi contenuti, contro il suo stesso "ispiratore", Luciano Corradini, la risposta di Colombo è debole: in effetti, lo studio della Costituzione - se di studio in senso stretto si tratta - non può paragonarsi ad un semplice approccio ad un libretto di istruzioni con cui impariamo le regole del vivere contemporaneo, anche se finalizzato ad una identità stranamente definita nord-occidentale. Di fatto, l'operazione avviata mira a ben altro. E lo tratterò successivamente.

Ciò che più mi indigna è il livore con cui il della Loggia in ben due scritti si scaglia contro la nuova disciplina, adducendo argomenti che non hanno alcun fondamento né culturale né educativo. L'errore di fondo del della Loggia consiste nel fatto che lo studio della Costituzione sarebbe una semplice e pericolosa operazione ideologica che non farebbe altro che aggravare il già pesante stato dello studente italiano, a cui ormai nessuno vuole insegnare nulla e a cui gli attuali "pedagoghi", che sono sempre alle spalle di qualunque ministro governi l'istruzione pubblica, propongono soltanto chiacchiere inutili! Secondo il della Loggia, agli alunni non vengono più proposti contenuti chiaramente disciplinari e agli insegnanti vengono affidati solo compiti di accoglienza, di vaga socializzazione e di... sopportazione!

E questo primato di una generica Educazione verso il nulla, secondo il della Loggia "viene perseguito di per sé, autonomamente, senza passare attraverso la Cultura, cioè attraverso l'istruzione, attraverso l'apprendimento della Storia, della Letteratura, della Matematica e di quant'altro". Ma non è così. Con il varo dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, alla fine del secolo scorso, abbiamo scelto di privilegiare contestualmente processi di istruzione (quindi Storia, Letteratura e quant'altro), di formazione (la persona in quanto tale) e di educazione (la persona nei suoi rapporti con gli altri, il cittadino). E ciò non per un vezzo pedagogico, ma perché lo sviluppo/crescita di un soggetto in una società come la nostra presenta problemi che solo fino a una trentina di anni fa non esistevano! Il fatto è che in società non democratiche - alludo ai grandi limiti di libertà dell'Italia postunitaria e a quelli del periodo fascista - il semplice istruire era funzionale ad un certo modello sociale, e non a caso il nostro Ministero fu chiamato della Pubblica istruzione. Poi il fascismo, nel '29, lo trasformò in Ministero dell'Educazione nazionale al fine dichiarato di educare - si fa per dire - tutti i nuovi nati esclusivamente alla sua ideologia!

In un Paese avanzato, nel quale attualmente viviamo ed operiamo, il semplice Istruire sarebbe ed è limitativo, in quanto occorre pensare non solo all'alunno che sa, ma anche all'alunno che cresce come persona (di qui l'intervento formativo) e come cittadino (di qui l'intervento educativo). Alla luce di questa tridimensionalità, nulla viene tolto alla Storia, alla Letteratura e così via! Se la nostra scuola e i nostri insegnanti incontrano difficoltà nell'area dell'Istruzione, queste derivano almeno da due circostanze: a) l'impetuoso avanzamento delle conoscenze che si è verificato negli ultimi decenni, che ha fatto esplodere l'insieme del sapere scolastico di un tempo: b) il corredo cognitivo di cui le nuove generazioni dispongono dall'extrascuola, che spesso confligge con i saperi organizzati erogati dalla scuola, e il disagio di cui soffrono, a causa di tutti gi input negativi che la stessa società avanzata lancia senza risparmio (per approfondimenti rinvio ai materiali recentemente prodotti sulla crisi del soggetto nella società contemporanea da un gruppo di lavoro interuniversitario coordinato da Franco Cambi... "pedagogo" fiorentino). Dobbiamo anche aggiungere l'incapacità dell'attuale gruppo dirigente e di governo di condurre un'analisi corretta su tali problematiche, preoccupato com'è di considerare la scuola un settore su cui occorre tagliare invece che investire! Si tratta di una voluta miopia assolutamente colpevole!

Ma la cosa più grave in cui cade il della Loggia è di ritenere che l'introduzione di Cittadinanza e Costituzione costituisca una sorta di indottrinamento ad una ideologia! Leggiamo qua e là: "Mentre la Cultura e l'Istruzione lasciano liberi di formarsi la propria identità, cioè di costruire come si vuole, con i materiali messi a disposizione, i propri valori e la propria personalità, ... viceversa l'Educazione perseguita programmaticamente in quanto tale, non può che essere prodotta in modo autoritario, adottando preliminarmente un modello di personalità una determinata tavola di valori assunti a priori e calati dall'alto". Così la Carta costituzionale "diviene il vangelo di una religione politica" e "la democrazia diventa catechismo"; ai giovani viene imposta "ideologia invece di Cultura e così nasce lo Stato etico"! Se il della Loggia non rifiutasse un pizzico di sapere pedagogico, non confonderebbe la persona con il cittadino: da una parte ci sono i tratti di una persona, assolutamente individuali e caratterizzanti, sulla cui formazione intervengono più fattori, tra cui anche quelli della famiglia e della scuola, ovviamente; dall'altra, i diritti e i doveri di un cittadino, che sono a tutti comuni e che vanno oltre la persona stricto sensu!

E qui occorre fare le dovute distinzioni: lo studio obbligatorio del Mein Kampf o della Mistica fascista o del Breve corso staliniano erano e sarebbero tuttora indottrinamento! Non credo, invece, che la conoscenza e la pratica dei diritti e dei doveri dell'uomo costituiscano un motivo "ideologico" di indottrinamento! Sarebbero forse tutte chiacchiere le Carte internazionali prodotte dal dopoguerra ad oggi? Nella nostra Costituzione ritroviamo una serie di principi e di valori che connotano e disciplinano il nostro vivere insieme. Ne riporto alcuni (e non cito i relativi articoli): democrazia; lavoro; solidarietà politica, economica e sociale; uguaglianza e libertà; persona e minoranze; diritto d'asilo; ripudio della guerra; iniziativa libera ma socialmente utile; le autonomie; i diritti della famiglia; i tre poteri indipendenti; ed ancora, in seguito alle innovazione del Titolo V: sussidiarietà; coesione; solidarietà; equità; responsabilità; differenziazione; adeguatezza.

Tutti principi che non ritroviamo nello Statuto albertino, tanto meno nella Mistica fascista di Evola, Gayda, Interlandi (perfino Gentile si tenne lontano da questo gruppo!). Ricordo come il Presidente Ciampi ebbe a dire che la Costituzione costituisse la sua bibbia laica! Ed è proprio questo il punto: se la Bibbia non laica, i Veda, il Talmud, il Corano, le 95 Tesi di Lutero e via dicendo rinviano direttamente a credenze, ideologie, indiscutibili per chi ne sposa una ed una soltanto, discutibili per altri che fanno altre scelte, i principi delle Carte dell'Onu e quelli della nostra Carta costituzionale rinviano a ben altro! Perché è nella nostra Carta che il cattolico, il protestante, l'ebreo e il mussulmano, così Diversi, sono invece assolutamente Uguali! I diritti umani sono una conquista del pensiero laico, che ha percorso una strada lastricata da roghi e torture, dalle innumerevoli crociate, dai tanti cuius regio eius religio e da tante altre a volte non note shoà!

Il pensiero laico non ha costruito ideologie, le ha abbattute!

Sulla base di questi principi, Cittadinanza e Costituzione non costituisce una nuova materia, anche se sotto il profilo formale non può non essere tale, ma un'occasione costante e continua di crescita civile di ciascun alunno, italiano, marocchino, cinese! Ed è materia di riflessione su ciò che è proprio dell'Uomo indipendentemente dalla sua cultura di origine, dal suo credo, dalla sua etnia, sempreché lo stesso concetto di etnia non sia un falso storico che è servito soltanto a legittimare divisioni, conflitti e stragi a non finire.

Stia tranquillo il Professor della Loggia, anche quando afferma con convinto vigore che "quando nella scuola e poi anche nella società in generale, all'Istruzione si sostituisce l'Educazione, si apre una frattura gravissima: l'identità della persona e la sua costruzione si slegano dalla fruizione e dall'esperienza dei prodotti culturali, dalla loro polifonia viva ed emotivamente coinvolgente, per essere tutte affidate all'adeguamento a una norma astratta, a una Tavola del dover essere". I diritti umani non sono una nuova Tavola della legge! Di queste tavole ne abbiamo avute fin troppe! Stia tranquillo perché nessun insegnante, anche se lo volesse, potrà mai indottrinare un alunno con la Carta costituzionale. Sono altre le carte che indottrinano e la nostra Carta costituisce un prezioso hatù contro ogni deriva di superiorità e di intolleranza.

Rimane sempre un problema non da poco, e su questo il Galli, e chiunque altro, avrebbe ragione: che qualche sprovveduto insegnante pretenda che i suoi alunni imparino a memoria tutti gli articoli della Costituzione italiana e... ad abundantiam, anche quelli del Trattato di Lisbona! Fa tanto Europa!

Roma, 16 novembre 2009

16/11/2009
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