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Una deriva che aggredisce i nostri giovani attraverso la scuola

di Maurizio Tiriticco

Il Berlusconi di Bonn è molto più pericoloso di quanto non si creda! L'attuale gruppo dirigente, che fa di tutto per indebolire il nostro Sistema di istruzione, di fatto rende più deboli i nostri giovani di fronte all'attacco che viene sferrato sempre più decisamente contro la nostra democrazia! Difendere la scuola significa difendere i nostri giovani e la nostra Repubblica!

ITALIA SCUOLA -Molti anni fa, secondo una lettura marxiana sì, ma forse un po' semplicistica, si considerava che tutto ciò che attiene alla cultura, dall'arte alla religione alla filosofia, e così via fino alla educazione e alla scuola, non costituisse altro che una sovrastruttura direttamente dipendente dalla struttura dei concreti rapporti del mondo della produzione e del lavoro.

Sappiamo che non è così e che i rapporti tra i due mondi, se si vuole, quello del pensare e quello del fare, sono molto più interrelati di quanto non sembri e che gli stessi intrecci dialettici non sono sempre facili da esplorare ed individuare con estrema correttezza. Ed inoltre va anche considerato questo fenomeno, tutto tipico dei nostri tempi, che vede l'educazione in senso lato, dalla scuola alla ricerca e alle alte specializzazioni, addirittura come un fattore trainante della stessa economia. Ed è dimostrato che lo stesso Pil nazionale aumenta nella misura in cui il fattore educazione è alto e produttivo.

Il fatto è che oggi la scuola di un tempo, come semplice fattore di alfabetizzazione alla lingua ed alla cultura dominante, non esiste più. La cosiddetta "scuola di massa" - l'espressione non esaurisce la complessità del fenomeno - che in tutti i Paesi ad alto sviluppo fa sì che tutte le leve giovanili fino all'età adulta siano impegnate in processi di istruzione, formazione, educazione, sempre ricorrenti e perfino per tutta la vita, ha profondamente cambiato il rapporto scuola-società di un tempo. Ad esempio, il fatto che la nostra industria chieda alla scuola, o meglio al Sistema di istruzione, più tecnici e più laureati, dimostra che la scuola in senso stretto non è più solo una fonte di risulta a cui attingere quando e come si ritenga opportuno, ma una risorsa primaria per lo sviluppo, quel fattore che oggi tutti chiamiamo Conoscenza, ben più rara a reperirsi sul mercato di quanto non fossero una volta i fattori carbone e acciaio! L'Educazione, quindi, ha acquistato oggi - insisto, nei Paesi ad alto sviluppo - un ruolo trainante e promozionale, che gli viene riconosciuto dalle stesse autorità internazionali.

Se questo è il quadro in cui si colloca oggi il rapporto tra scuola e società o meglio tra fattore Educazione e fattore Sviluppo, quale giudizio possiamo dare circa la vicenda del nostro "Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione" e dei suoi rapporti non solo con il decisore politico, ma con lo stesso establishment del nostro Paese Italia?

Per quanto riguarda il decisore politico, non c'è osservatore attento che non esprima severe critiche sugli impasticciati riordini che da qualche anno sono imposti al nostro sistema scolastico. Mi limito a qualche dato. In primo luogo, un obbligo decennale che non decolla; di fatto una assoluta incapacità - o nolontà? - di dar vita ad un percorso obbligatorio che sia coerente, progressivo, articolato quanto si voglia, ma finalizzato a quelle competenze culturali e di cittadinanza che la stessa Unione europea ci chiede insistentemente; in secondo luogo, assistiamo ad un cosiddetto riordino del sistema secondario che non solo replica le tre canne d'organo di sempre, da quella per gli "eletti" a quella per gli "sfigati", ma che non riesce ad individuare competenze terminali credibili e certificabili, le uniche che oggi costituiscano un serio passaporto sia per gli studi ulteriori che per il mondo del lavoro; si replicheranno così all'infinito percorsi distinti per cattedre, materie, suoni di campanella, finalizzati all'acquisizione di quelle conoscenze disciplinari che, a fronte di ciò che oggi è richiesto nel mondo dei saperi e... delle competenze - parola ancora misteriosa per i nostri decisori - sa solo dei vecchi canoni ottocenteschi. Come costringeremo nel chiuso delle aule giovani abituati a navigare su internet? Quali concrete attività laboratoriali di ricerca e di produzione offriremo loro se insegnanti ed alunni saranno costretti ad orari ripetitivi e ai rituali di sempre dello spiegare e dell'interrogare? Una noia mortale affliggerà la nostra scuola riordinata... a meno che... l'inventiva e l'iniziativa dei più coraggiosi non sia capace di mettere in scacco le direttive del Miur, ma sempre con il rischio di... derogare dalla norma... quale infelice espressione!

Diciamolo chiaramente: abbiamo un gruppo dirigente totalmente chiuso nella logica della conservazione del potere ed ignorante, incapace di esprimere almeno un Gentile del Pdl - avremmo qualcuno con cui competere ad armi pari - e dobbiamo misurarci con una amministrazione ministeriale in parte succube di scelte non condivise, in parte incapace di trovare soluzioni accettabili. Così il Miur procede, a colpi di circolarine che cambiano le carte in tavola ad ogni più sospinto, mettono in difficoltà dirigenti ed insegnanti, e li espongono alle critiche delle famiglie che solo in loro, nei cosiddetti "utilizzatori finali" - un'espressione alla moda - vedono i responsabili di situazioni che si fanno di giorno in giorno sempre più incresciose. So che non è tutto così e che le cosiddette eccellenze, soprattutto in molti istituti superiori, ci sono, ma solo perché sono in grado di "resistere", nonostante tutto, in forza di una autonomia strappata a forza!

Altro discorso, e ben più grave, è quello della situazione generale politica e civile del nostro Paese. I protagonisti della casta di Rizzo e Stella - il libro è di soli due anni fa - sembrano ladri di polli a fronte dei guasti a cui ci troviamo di fronte oggi, giorno dopo giorno. C'è un'altra casta, che è quella impegnata ad una presa del potere che oggi avanza con una decisone a cui sembra difficile frapporre argini. Quando un PD, erede - così dovrebbe essere - delle grandi lotte operaie laiche e cattoliche di un tempo, si limita a dovere "intercettare" quanto c'è di meglio nel movimento viola, quando invece dovrebbe non solo interpretarlo, ma promuoverlo, guidarlo, sa tanto di Aventino in edizione ribaltata: è come se salissimo sul colle non dopo l'assalto alla democrazia, ma prima che l'avversario attacchi!

E l'avversario procede, e a spron battuto! Da Bonn offende e aggredisce le nostre istituzioni, fa leva sulla "fedeltà" del suo "popolo" e promette di rifare la Costituzione, tutta alla sua misura. Il fatto è che oggi la nostra democrazia è debole e che il lupo è pronto ad una... per nulla resistibile ascesa verso la presa del potere!

E' un clima assai pesante quello che stiamo vivendo oggi e questo non può non avere un peso negativo sui nostri giovani e sulla nostra scuola. Quando uno scamiciato Corona si permette di irridere la nostra giustizia e dichiara di vergognarsi di essere italiano, siamo veramente al colmo della misura! Sono messaggi pericolosi per i nostri giovani! Andiamo tutti a giocare a calcio in Brasile piuttosto che impegnarci negli studi in Italia! Un Paese che trova mille difficoltà ad insegnare l'italiano ai suoi figli (vedi la Repubblica dell'8 dicembre) e che li sollecita a fuggire all'estero (vedi la lettera di Perluigi Celli) quali segnali positivi può dare ai giovani, alla scuola, agli insegnanti?

Così questo coagulo di impasticciati riordini della nostra scuola e la pesante e costante campagna di denigrazione delle nostre istituzioni sostenuta da pericolose derive antidemocratiche potrebbe costituire una miscela esplosiva, se non la fermiamo in tempo! Riuscirà la nostra democrazia a superare questo infausto momento? E riusciranno i nostri insegnanti a far fronte all'offensiva in atto contro le istituzioni repubblicane, contro lo stesso tessuto democratico, contro la stessa libertà e laicità dell'insegnamento, ad educare i nostri alunni alla convivenza civile con la semplice arma della nuova disciplina Cittadinanza e Costituzione?

Le fortificazioni frettolosamente erette da Vercingetorige a difesa di Alesia non valsero a nulla contro la strategia di Cesare, che veniva da lontano ed andava lontano. Quanti soldi spillò a Crasso prima di intraprendere il suo cursus honorum! E poi in Spagna, in Gallia, in Britannia, però con lo sguardo sempre a Roma, cucendo a poco a poco la tela del suo potere! E quando il tutto fu maturo, il guado del Rubicone fu l'ultimo passo per il potere assoluto! Ovviamente, con la truppa sempre pronta ad osannare il vincitore che donava prebende e, soprattutto, terre! Tutto ciò sempreché sia lecito magna cum parvis componere!

Il potere corruttore del Potere è sempre in agguato laddove la democrazia è debole! Le leggi ad personam ai tempi di Cesare erano uno degli strumenti più usati per far fuori avversari e favorire amici! Il violento attacco alla democrazia ed alla Costituzione, a cui stiamo assistendo, non verrà arginato solo con le marce viola! Sono marce i cui protagonisti sono i giovani! Ma sono tutti i nostri giovani? E' matura una forte coscienza democratica in tutti i nostri studenti, anche se per anni - se non da sempre - educare alla democrazia veniva artatamente considerato come un far politica nella scuola? La deriva è forte e l'opposizione a questa deriva parte in primo luogo dal nostro Sistema di istruzione, umiliato e offeso, da decenni ormai, ma capace ancora di una mobilitazione forte e decisa, quella di questa meravigliosa giornata romana!
Roma, 11 dicembre 2009

11/12/2009
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