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Un Invalsi indifendibile sì, ma... per un Invalsi che funzioni!

ITALIA INVALSI - Che cosa succede con le prove Invalsi? Perché con la prova proposta agli esami di terza media si è caduti in una serie di errori che hanno comportato un ulteriore aggravio di lavoro per gli insegnanti? E, soprattutto, quale credibilità possono sollecitare episodi di questo genere, dopo tutto il bailamme esploso con la somministrazione delle prove alle classi seconde degli istituti superiori? E che cosa succederà con la prova Invalsi ai prossimi esami di Stato conclusivi degli studi secondari? Perché continuare a penalizzare la scuola, i suoi insegnanti e i loro alunni? Perché continuare a offrire ghiotte occasioni a chi non vuole sentire parlare in nessun modo né di Invalsi né di valutazione di sistema?

Com'è noto, per i detrattori del partito preso l'azione dell'Invalsi non ha altro fine che quello di offrire l'occasione "scientifica" all'attuale amministrazione per dividere le scuole in buone e cattive e, soprattutto, dividere gli insegnanti, dare un'offa - forse - ai "migliori" e licenziare i "peggiori"! Un'altra occasione per tagliare, insomma! Ma non è così! Occorre guardare al di là di questa sciagurata amministrazione gelminiana della scuola! La valutazione di sistema non si propone finalità di questo tipo! Però, se si vuole lo scontro frontale con l'attuale governo - che del resto siamo in molti a detestare - e se si vuole galoppare sul disagio degli insegnanti, tutto fa brodo, come si suol dire! E i sindacati per primi sono obbligati a prendere posizioni chiare su tutta questa penosa vicenda e smettere di nicchiare!!! Non possono lasciare sole scuole e insegnanti!

La questione è un'altra, e l'ho scritto altre volte: sì alla valutazione di sistema, ma con un Invalsi efficace ed efficiente, che sappia proporre prove che siano veramente tali e che nessuno possa mai più confondere con i quiz! Con un Invalsi indipendente dal Miur, e, soprattutto... con un altro Miur! E un Invalsi che sia messo in condizioni di fare bene un lavoro che è necessario fare e che anche le scuole debbono imparare a fare! E che in altri Paesi già fanno da tempo: perché gestire oggi sistemi di istruzione complessi e che investono tutti i cittadini - oggi anche immigrati - e tutte le classi di età non è cosa facile: occorre assolutamente sapere che cosa si produce, che cosa occorre correggere, che cosa innovare. Anche perché, in regime di autonomia, non esistono più programmi ministeriali da eseguire puntualmente, per cui indagini periodiche su ciò che un sistema di istruzione produce si rendono quanto mai necessarie.

Ma torniamo al nostro Invalsi. Non solo è incerto e labile il suo assetto istituzionale, ma le stesse condizioni di lavoro dei suoi addetti sono più che precarie. Si vedano nell'allegato che segue le ragioni dello stato di agitazione del suo personale. E' noto e più che ovvio che la produttività di una organizzazione dipende in primo luogo dalle condizioni di lavoro! Ed è su queste che bisogna riflettere, occorre sostenere la lotta dei ricercatori Invalsi per ottenere un altro Invalsi, non per distruggerlo.

Ciò che dobbiamo chiedere, quindi, non è la fine dell'Invalsi, come da certe parti si auspica cavalcando il diffuso malessere degli insegnanti, ma un altro Invalsi e, soprattutto un altro Miur... e un altro governo! Forze politiche e sindacali prendano posizione su questo. Presto e con forza! Se l'istruzione e la conoscenza sono esigenze primarie, come da tante parti si sostiene, occorre sostenerle: si stanzino le risorse necessarie e solo allora si verifichi come sono utilizzate!
E' una priorità della politica!

 

Maurizio Tiriticco
22/06/2011
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