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Da Piazza Venezia ad Arcore: una questione di... Educazione!

ITALIA - Sono molti i commentatori, e non solo italiani, che si chiedono come mai, a fronte di ciò che sta accadendo nei palazzi del potere, questo non solo non sia affatto indebolito, ma neanche decisamente messo alla sbarra dalla pubblica opinione. Berlusconi in persona continua a vantare una preferenza del 50% degli italiani. I sondaggi in genere, qualunque agenzia li amministri, danno al Pdl costantemente un favore del 27 o del 28%. Molti di noi si meravigliano e si chiedono come mai ciò possa accadere. Possibile che, a fronte di un costante fiume di informazioni a luce rosse, tutte sub judice, ovviamente, ma sufficientemente credibili, dato che reggono a qualsiasi ed anche superficiale riscontro, una indignazione popolare non sia scesa spontaneamente ad urlare il suo sdegno sotto Palazzo Chigi? O sotto Palazzo Grazioli? E' pur vero che i viola hanno manifestato sotto la villa di Arcore, ma è ben poca cosa a fronte di fatti che fanno accapponare la pelle e che ci espongono alle risa unanimi di tutti i cittadini del mondo.

E prossimamente scenderanno in piazza le donne, ma, a mio vedere, con parole d'ordine non mirate. Quando leggo "Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? E' il tempo di dimostrare amicizia verso le donne", rimango poco convinto. A fronte di vicende estreme, il rapporto uomo/donna non è di amicizia, ma di solidarietà civile, politica, "umana" se vogliamo. Siamo tutti noi cittadini, oltre il sesso, il colore, la cultura a dover rivendicare il valore della nostra dignità collettiva, perché siamo cittadini della nostra Repubblica democratica fondata sul lavoro! E non sto a citare tutti gli articoli della parte prima della nostra Carta, relativi agli inviolabili diritti di tutti, eguaglianza, libertà, solidarietà politica ed economica (a proposito, che ne faranno dell'articolo 41 della Costituzione che impone che il lavoro non sia sfruttamento, ma abbia in primo luogo una valenza sociale?), ripudio della violenza e della guerra, accoglienza, diritti della famiglia e via dicendo. Non siamo noi a dover dire a Berlusconi che siamo "bravi", perché questo già lo sa! Dobbiamo batterci perché cada più che sollecitarlo ad andarsene! Berlusconi a noi in quanto cittadini repubblicani non toglie nulla, è a se stesso in quanto alta carica istituzionale che toglie qualcosa, anzi molto, è alle nostre istituzioni che toglie tutto, che offende da anni come se fossero sua proprietà personale.

Se questo è il manifesto delle donne, vuol dire che siamo sulla difensiva... e il che non conduce al traguardo che vogliamo! Perché se ne dovrebbe andare perché glielo chiediamo?! Solo una vigorosa spallata potrebbe farlo cadere, ma questa non ci sarà mai finche faremo simili manifestazioni di piazza, e di domenica magari con il sole e, purtroppo, finché tutti i galletti delle mille opposizioni canteranno ciascuno la sua alba

Tutto questo mi richiama altri tempi, quando a Piazza Venezia un popolo becero e vociante gridava alla guerra - e io c'ero purtroppo, intrepido balilla pronto a combattere per la vittoria finale... su che cosa, per che cosa, come e in che modo, il duce con la D maiuscola non ce lo diceva... ma il popolo bolso applaudiva, applaudiva... lo stesso popolo che appena tre anni dopo avrebbe rovesciato le sue statue gridando alla libertà ritrovata... ritrovata sì, ma per graziosa concessione di Sua Maestà Re d'Italia e d'Albania e Imperatore d'Etiopia!!!

Il 10 giugno del 1940 non c'era ancora la fame e neppure le bombe! E tutto ciò che il duce faceva o diceva era tutto ben fatto! Mai un giudizio critico da parte del popolo, o meglio del popppolo con tre P come diceva Mussolini. L'opposizione c'era, ma era conquista e patrimonio di pochi! E' ovvio che un popppolo educato fin dalla prima infanzia al credo fascista ben difficilmente era in grado di leggere la vera natura del fascismo. Ed anche oggi un popppolo educato da decenni ormai da Mediaset e dalla Rai di Minzolini è incapace di leggere, capire, scegliere! Dov'è finito il maestro Manzi di quella tivvù nazionale che si proponeva ben altri scopi di quelli perseguiti dai Grandi fratelli, da Uomini e donne, da Isole dei famosi, dalle infinite partite di calcio che hanno debordato dalla nicchia domenicale... e adesso parte San Remo... come sarà vestita Belen? Come la Canalis? Al popppolo tutti i giochi del circo! E il minimo del panem è assicurato! E si tira a campare! Così si sussurra, anche con un pizzico di invidia, Beato Lui! E' l'adagio ricorrente! E' la bandiera bianca dispiegata anzitempo!

Cosa significa tutto questo? Perché questa continuità tra la Camilluccia e Villa Certosa? Perché una coscienza fortemente democratica ancora non è stata sufficientemente maturata! Forse perché nelle nostre scuole si è privilegiata sempre, e forse anche male, l'istruzione (le materie di studio, qualunque esse siano) finalizzata al pezzo di carta! Ma l'Educazione con la E maiuscola è sempre stata la grande Cenerentola! Tutti ricordiamo la vita e la fine ingloriosa dell'Educazione civica... ma a che serve? Chiacchiere! E assistiamo anche a come stenta a partire la nuova disciplina Cittadinanza e Costituzione! Tutto ciò che sa di civico, nella nostra scuola è di fatto bandito. Perché forse è bandita la concezione che ciascuno di noi è un cittadino, forse anche prima di essere maschio o femmina!

Gli uomini, maschi o femmine o altro che siano, non si indignano, tirano a campare, salvo poi a rovesciare i simboli del potere quando i forni sono chiusi! Sono i cittadini, invece, quelli che vivono giorno dopo giorno la loro dignità e che la difendono non appena ci sia appena un'ombra di offesa! Ma i cittadini ci sono? Finché dicono Beato Lui sarà un po' difficile! E allora teniamocelo! Il mondo continuerà a ridere di noi e noi aspettiamo Sanremo o la prossima partita di calcio!

E la nostra scuola che fa? Perché non si impegna anche e soprattutto sul terreno dell'Educazione e non solo su quello dell'Istruzione? Ma che cosa può fare la scuola, quando a dirigerla c'è chi è pronto a sbracciarsi ad osannare il nostro Grande primo ministro? Quanta strada dobbiamo ancora percorrere per costruire la nostra dignità di cittadini! Centocinquant'anni non sono bastati!

Maurizio Tiriticco
11/02/2011
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