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Ambiente: Italia maglia nera Ue per le infrazioni

AMBIENTE - Italia maglia nera Ue per le infrazioni Sono 80 le procedure pendenti contro gli abusi ambientali nel nostro Paese: in Spagna 59, in Francia 37, in Germania 22. L’Italia non ama il suo ambiente naturale. A giudicare dagli abusi ambientali commessi in quello che ancora si continua a chiamare Belpaese, si direbbe che lo abbia addirittura in odio. Siamo infatti maglia nera in Europa per infrazioni alla normativa a tutela dell’ambiente.
Secondo i risultati di una primissima ricognizione realizzata in poco meno di due settimane dal ministero dell' Ambiente, nel nostro Paese ci sono la bellezza di 80 procedure aperte in materia. Con una punta polemica nei confronti del precedente governo, il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio fa notare che 5 anni fa erano soltanto 22.
Il nostro Paese supera tutti gli altri dell’Unione europea: la Spagna “ospita” 59 infrazioni ambientali, Francia e Gran Bretagna 37 a testa, la Germania 22. Per quanto riguarda lo stato delle 80 procedure aperte in Italia, 53 sono in fase precontenziosa, per 19 la Commissione ha avviato la prima procedura di ricorso alla Corte di Giustizia e per 5 di queste c'è stata la condanna; 8, infine, quelle più gravi, con la condanna da parte della Corte e a forte rischio di sanzione pecuniaria.
Infrazioni, richiami e mancato attuazione dei trattati ''che non fanno onore al nostro Paese e che sono il risultato - ha detto Pecoraro Scanio - di un abbassamento dei temi della legalità ambientale negli scorsi anni con conseguenze non solo sull'ambiente ma sulla salute dei nostri cittadini e sulle casse dello Stato''. Pecoraro fa un richiamo anche alle Regioni. Sono 46, sulle 80 totali, le infrazioni ascritte ai Governi locali in materia di ambiente. ''Chiederò alle Regioni una leale collaborazione'', ha detto il ministro.
Rifiuti, direttive habitat e uccelli, valutazione di impatto ambientale i settori più calpestati in fatto di regole comunitarie. Nel dettaglio, 18 le procedure relative al tema spazzatura di cui 10 su responsabilità statale e 8 regionale; 10 le procedure nel capitolo acqua, 4 su responsabilità regionale e 6 statale; 7 procedure per l'aria (4 statali e 3 regionali); 3 sul clima (quote emissione e piano allocazione) più una sull'energia e una sull'ozono; 22 per le direttive habitat e uccelli (20 per responsabilita' delle Regioni e 2 dello Stato), qui anche procedure per le deroghe sulla caccia in Veneto e Sardegna. Capitolo a parte merita la pesca: nel solo 2003 l'Italia è stata condannata a 11 milioni di euro di multa per pesca illegale.
Ora il neoministro si impegna a ristabilire legalità e credibilità dell'Italia in Europa, ma anche a pensare a una forma di corresponsabilizzazione con le Regioni. ''Bruxelles vuole vedere il cambio di passo dell'Italia. Dobbiamo metterci in condizione di non essere il Paese più multato dell'Unione''.
Ci permettiamo di suggerire al ministro, nonché a tutti gli ambientalisti nostrani, di occuparsi un po’ meno di ponti, ferrovie e inceneritori per dedicarsi maggioramente a case abusive, spazzatura dilagante e fiumi inquinati. Altrimenti rischiamo, di qui a qualche anno, di ritrovarci con infrastrutture da Medioevo e paesaggi da “Blade Runner”.
08/06/2006
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