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Preoccupazione per inquinamento elettromagnetico

Secondo la Scossa la relazione del Prof. Caligiuri conferma le preoccupazioni sull'inquinamento elettromagnetico a Scalea. «Sulla delocalizzazione delle antenne di telefonia mobile, l'amministrazione comunale non risponde».

SCALEA - Dieci mesi fa lambiva la protesta nei pressi di C.da Impresa e nasceva il caso antenne a Scalea. Mentre decine di cittadini presidiavano l'area dove, poi, venne posta l'antenna Hg3, che attualmente si innalza nel cielo limpido della campagna del Pantano, nelle notti all'addiaccio di Gennaio riprendeva coscienza e forza il principio per il quale dieci anni prima, e precisamente nel lontano 1995, il comitato contro le antenne di Corso Mediterraneo edificate sull'hotel Santa Caterina, si augurava fosse regola attuabile e ,soprattutto , espressione democratica di un diritto della persona: la tutela della salute. Da allora e dalle notti fredde della c.da Impresa il tempo è passato, ma quell'espressione democratica di tutela della salute, oltre ad essere definito principio di precauzione della Comunità Europea, è diventata azione civile di difesa del diritto e il passaggio dalla piazza alle aule del tribunale conferma che il rischio di inquinamento da elettromagnetismo è sotto la lente della giurisprudenza italiana, al punto tale che il sequestro delle antenne di corso Mediterraneo è, ormai, prassi quotidiana dei tribunali di tutta la nazione. Certamente, i comitati in questo hanno avuto ed avranno sempre più un ruolo maggiore per la difesa del diritto alla salute e dell'ambiente, segno che la politica dovrà, comunque, cambiare atteggiamento di fronte al dato sconcertante di fenomeni che alterano gli equilibri naturali dell'uomo e che mettono a rischio il benessere di migliaia di persone.

Quello che è successo a Scalea , però, è un esempio negativo di superficialità da parte dei rappresentanti istituzionali, che evidenzia il distacco dell'amministrazione comunale nei confronti di tutti i cittadini. Il dato comunicato pubblicamente del prof. Caligiuri lo dimostra chiaramente: ogni giorno centinaia di persone, in punti considerati sensibili, sono esposte a fonti elettromagnetiche che probabilmente non fanno bene alla salute e l’amministrazione comunale non ha ancora espresso posizioni rilevanti al fine di garantire un intervento efficace per la salvaguardia, almeno, della salute di numerosi bambini. La relazione del prof. Caligiuri e l’intervento del tribunale sull’impianto di telefonia mobile di Corso Mediterraneo dovrebbe preoccupare e, allo stesso tempo, accelerare il processo di delocalizzazione degli impianti elettromagnetici, così come proposto dai Verdi di Scalea e dalle associazioni La Scossa, Forum Ambientalista e comitati civici contro le antenne, nel più breve tempo possibile, allo scopo esclusivo di garantire la salute dei cittadini di Scalea e abbassare il tetto di esposizione ad onde elettromagnetiche superiore a 3 V/m. Il comitato di salvaguardia della salute di Corso Mediterraneo, hanno dichiarato apertamente, a mezzo stampa, il motivo del loro intervento e quello relativo a 10 anni di lotta per aprire gli occhi sulla questione elettromagnetismo.

Nel consiglio comunale aperto di gennaio 2008 sono state fatte proposte e la stessa amministrazione comunale si era impegnata d’urgenza ad attuare un piano di localizzazione che tutt’ora si dimostra vuoto di contenuti e senza interesse di attuazione reale. Attualmente, da parte dell’amministrazione comunale, si è registrato solo il tentativo politico di isolare la protesta. L’azione evidente di parte di quella politica non ha funzionato e non funzionerà, perché l’interesse stesso dei cittadini che protestano per difendere un diritto non è quello di scardinare essenzialmente, come lo definivano i giovano del 68, il potere costituito, ma di assicurare un ambiente sano ai propri figli. Quello che poi abbiamo visto e si vedrà nel futuro prossimo, è solo la conseguenza di un bisogno non ascoltato da parte dei rappresentanti comunali, che ha già segnato, in un modo o nell’altro, la Storia di questo paese, e che ritornerà come rendiconto nel percorso politico di coloro che potevano fare diversamente e non l’hanno fatto.

Antonio Pappaterra - Il presidente dell’associazione “La Scossa” (Scalea lì 11/11/2008)

11/11/2008
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