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DiCo: Appello e contrappello degli intellettuali

DI.CO.1 - In un documento alcuni intellettuali di area definiscono la strategia dei vescovi "di inaudita gravità". Ma altri esponenti del mondo culturale criticano l'iniziativa. L'offensiva Ruini divide i cattolici. Appello e controappello sulla nota Cei.
ROMA - Il mondo cattolico continua a interrogarsi sulla strategia vaticana contro i Dico. E anche a dividersi: oggi alcuni intellettuali di area hanno firmato un appello contro l'eccessiva ingerenza della Cei nella questione; subito dopo, è arrivato il controappello di altri esponenti di rilievo della cultura italiana, contrari ai contenuti dell'appello numero uno.

Nel primo documento, firmato tra gli altri fa Giuseppe Alberigo e Alberto Melloni, si chiede che la Conferenza episcopale italiana non intervenga con un documento ufficiale - annunciato due giorni fa dal cardinale Camillo Ruini - che impegni i politici cattolici a rifiutare il progetto di legge sui diritti di convivenza. Un atto "di inaudita gravità", secondo i firmatari.

Il testo comincia con una valutazione di carattere generale: "La Chiesa italiana, malgrado sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un'immeritata involuzione". Quindi il giudizio diventa allarmato e severo circa le intenzioni manifestate nei giorni scorsi da Ruini:"L'annunciato intervento della Presidenza della Conferenza episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui 'diritti delle convivenze' è di inaudita gravità".

Se questo avvenisse, spiegano gli intellettuali che hanno firmato l'appello, "l'Italia ricadrebbe nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l'unificazione del paese e il 'non expedit' della Santa Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari".

Da qui l'appello rivolto ai vescovi: "Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia". Tra gli altri hanno sottoscritto l'appello Vittorio Bellavista, Ugo Perone, Raniero La Valle, Stefano Sciuto, Giuseppe Ruggeri, Ettore Masina.

Dopo, però, arriva un'altra presa di posizione forte. Un controappello in cui alcuni intellettuali laici e cattolici chiedono ai vescovi di confermare l'annunciato documento sulla legislazione familiare in una lettera aperta pubblicata sul numero di giovedì del Foglio. E firmata, tra gli altri, da Sergio Ricossa, Marta Sordi, Francesco D'Agostino, Vittorio Mathieu, Giuliano Ferrara, Lucetta Scaraffia, Giovanni Maria Vian,Ubaldo Casotto, Antonio Socci, Nicoletta Tiliacos, Eugenia Roccella,Sergio Soave.

Nel controappello ai vescovi si chiede "di mantenere chiara e libera la loro impostazione di dottrina e di cultura morale in tema di legislazione familiare. Riteniamo ingiusta - scrivono gli intellettuali - ogni forma di intimidazione intellettuale contro l'autonomia del pensiero religioso.Consideriamo decisivo, per arricchire il pluralismo di valori della società italiana, che la religione occupi uno spazio pubblico nella vita della comunità".

"Giudichiamo improprio, e sintomo di un uso politico della sfera religiosa - prosegue il documento - l'appello dei cattolici democratici affinchè la chiesa italiana rinunci a un suo atto di magistero, che la libera coscienza di laici e cattolici, compresi i parlamentari della Repubblica, potrà valutare serenamente e in piena libertà. E poi la conclusione: "La cultura di questo paese deve liberarsi delle pastoie politiciste di un pensiero illiberale e veteroconcordatario che intende censurare con argomenti obliqui la libertà religiosa e la sua funzione sociale".

(14 febbraio 2007) - Fonte: La Repubblica.it
15/02/2007
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