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Lotto, conviene?

Chi non ha mai sognato, con una schedina del Lotto in mano, di diventare milionario e risolvere così molti dei suoi problemi economici e magari poter comprare finalmente la macchina nuova? In effetti, davanti alla ricevitoria, molti non resistono alla tentazione di giocare almeno una scheda e sperare che la fortuna sia dalla loro parte. D'altronde ad ogni concorso i vincitori del Lotto sono sempre tantissimi, e viene spontaneo pensare che la fortuna un giorno possa baciare anche noi.

C'è però una questione che si cela dietro questo vecchio gioco che appassiona da decenni milioni di italiani e che vale la pena valutare: fino a che punto si può sperare di vincere? In altre parole, il Lotto conviene? È il problema che cercheremo di risolvere in questo appuntamento.

Il gioco del Lotto è molto simile alla tombola; si gioca con 90 numeri estratti 5 alla volta. Dopo ogni estrazione tutti i numeri vengono reinseriti nell'urna cosicché la prossima estrazione avrà le stesse identiche condizioni iniziali di gioco.

Molto spesso si sente parlare di numeri ritardati, ma erroneamente, perché i numeri, tanto meno i bussolotti, non hanno memoria e non ricordano se sono usciti la scorsa settimana! Quindi non ha nessun significato parlare dell'12 che tarda da 9 settimane perché la prossima volta la probabilità di uscita sarà sempre di 1/90. Qualcuno appella alla legge dei grandi numeri ma attenzione! Essa afferma soltanto che dopo numerose estrazioni lo scarto relativo (cioè lo scarto percentuale) tra le uscite di un numero e le uscite di un altro, tende a diminuire. Ma questo è solo a livello statistico in linea di massa e non influenza minimamente le regole del caso.

Uno dei sistemi praticati per vincere, o meglio per cercare di vincere, è quello di giocare sempre la stessa combinazione di numeri, pensando che dopo un certo numero di settimane possa uscire. Tuttavia la matematica dice che regolarmente ci vorrebbero numerose settimane purché questo si verificasse. Ad esempio giocando un terno, quindi tre numeri su novanta, si ha una sola possibilità di vincere su 117.480, è teoricamente la combinazione potrebbe ritardare anche per altrettanti concorsi.

Un altro metodo è invece quello di raddoppiare progressivamente la posta giocata in modo da recuperare in caso di vittoria i soldi persi. Questo in teoria è un ragionamento valido, ma così facendo si rischia di finire ben presto i soldi e prima che si possa vincere. Cercare metodi particolari e super complessi per scegliere le combinazioni da giocare serve a poco.

L'unico metodo per poter accrescere le probabilità di vincita e semplicemente quello di giocare più possibili combinazioni con conseguente innalzamento dei costi. Non bisogna fidarsi di persone o di software di sistemistica che assicurano vincite poco probabili, e tanto meno ci si può fidare della smorfia o dei numeri sognati la notte: i numeri sono solo dei segni convenzionali e l'uno vale l'altro. Nessun numero ha un significato particolare.

Al di là di tutto ciò resta il fatto che il gioco del Lotto non è da considerarsi equo, dato che lo Stato paga meno di quanto dovrebbe. Un'ambata dovrebbe essere pagata 90/5=18 volte invece dell'11,232. Stessa cosa per l'ambo che dovrebbe essere pagato 4005/10=400,5 volte invece dell'250. In rapporto all'equità di gioco le combinazioni dell'ambata e dell'ambo sono le più convenienti.

Conclusione, il Lotto è un gioco certamente perdente perché iniquo. Resta sempre la regola che chi non gioca non vince, ma in questo caso, chi gioca poco quasi certamente perde poco! Sarebbe il caso di dire piuttosto che giocare al Lotto è anche un divertimento. E' giusto quindi pagarne il prezzo, come si fa, per esempio, col teatro, ma non conviene da un punto di vista economico. Se però pensate che dieci o ventimila lire valgano un giorno o due di illusione giocate pure..., e buona fortuna.

Stefano Sangiovanni
08/06/2000
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