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I cittadini al centro della politica

A Orsomarso si sente l'odore agrodolce tipico del periodo antecedente l'appuntamento elettorale per il rinnovo della compagine aministratva del piccolo comune. Il gusto, come ho detto, è agrodolce. Agro perchè è ben presente e si avverte un certo atteggiamento di studio e di diffidenza verso chi potrebbe gia essersi messo in moto a lavorare per la formazione di una possibile lista. Qualcosa sicuramente c'è anche se tutto resta nella penombra: le intenzioni, i movimenti, gli accordi sono alla stregua di una classe oligarchica in cui politicanti abitudinari starebbero a rappresentare le diverse fazioni o blocchi elettoralistici della comunità. In realtà non c'è alcuna rappresentanza esplicita in ciascuno di essi e il ruolo che ricoprono è solo la risultante dell'arroganza ostentata da chi si sente provvisto di una presunta autorità politica e soprattutto dell'effetto del distacco apatico che la maggior parte della cittadinanza mostra nei confronti del bene comune e quindi della politica.

La campagna acquisti per costituire la lista vincente, da presentare agli elettori rigorosamente in scatola chiusa, si fa sui personalismi e sui blocchi elettoralistici nelle quali le uniche discriminanti sono appunto le diffidenze di sorta di carattere personale e precostituito, in cui si valuta la persona non, come giustamente dovrebbe essere, su quello che ha fatto, su quello che non ha fatto e su quello che potrebbe fare, ma piuttosto su quello che si crede che sia. Ecco quindi spunare pregiudiziali che troppo semplicisticamente e spudoratamente associano le persone a gruppi di improbabile omogeneità: "i vecchi della politica", "le donne", "i giovani". E' molto più sensato pensare invece che ci siano uomini e donne diverse, con passati diversi e prospettive diverse. Bisognerebbe piuttosto valutare loro criticamente, senza sconti e senza pregiudizi, su quello che hanno fatto e su quello che possono fare per Orsomarso. Già perchè in tutto questo è proprio la parola "Orsomarso" che manca, e con essa l'interesse al bene comune. E sarà sempre così fin quanto testardamente ci concentreremo sui personalismi e non sui programmi, con la tendenza esclusiva a porre attenzione ai risultati elettorali prospettati. Cosa fare per Orsomarso, per innescarne lo sviluppo, per migliorarne la qualità della vita, per abbattere l'apatia politica? Di questo dovremmo discutere, magari anche scrontrarci, e su questo dovremmo decidere.

La speranza di cambiamento, di rinascita democratica, di partecipazione attiva da parte di tutti, rappresenta il lato dolce del gusto che si assopora in questa importante fase. I cittadini hanno il dovere di riconsdiderare in primis il loro ruolo di fautori dello stato delle cose, cioè la loro responsabilità ultima, e poi di recuperare l'interesse e l'orgoglio di appartenenza per la cosa pubblica. L'operato dei nostri rappresentanti necessita di un continuo controllo da parte dei cittadini. Tutti i consiglieri e a maggior ragione gli assessori e il sindaco agiscono per conto della popolazione amministrandone i beni comuni; di conseguenza, la trasparenza amministrativa è un loro dovere imprescindibile. Ogni rappresentante democraticamente eletto, al termine del suo mandato deve rendere conto della sua azione amministrativa, nei singoli punti, nei singoli fatti. Nel confronto pre-elettorale non si può sottovalutare la necessità di un resoconto crtico e serrato sull'operato delle amministrazioni precedenti, nè azzerare le responsabilità seguendo la scia di un richiamo populista che vorrebbe accomunare le spine con i fiori, per cui "tutti" avremmo sbagliato e chiunque ripartirebbe da una posizione pura e incontaminata.

E' tempo adesso di aprire gli occhi, di innescare una rivoluzione veramente democratica, in cui tutti i cittadini abbiano la possibilità di scegliere i loro rappresentanti per non essere costretti ancora una volta a votare a denti stretti, e di incidere sulle scelte che ci riguardano. Dobbiamo far ritornare i cittadini al centro della politica. Non sarà facile, e forse neppure immediatamente possibile, sconvolgere lo status quo. Quello che possiamo fare però è invertire la rotta, stimolando il dibattito e avanzando ciascuno le proprie idee. Il sito abystron.org può aiutarci in questo essendo una bacheca aperta a tutti, uno spazio in più di democrazia.

Resta da trovare chi debba innescare questa rinascita. Se non noi cittadini, chi? Se non adesso, quando?

Stefano Sangiovanni
14/01/2008
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