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Sei in /Rubriche/La Locandina/Locandina 2010/24 Domenica dellanno C - 2010

L'inganno che potrebbe far passare sopra qualsiasi valore: la misericordia, l'umiltà, la tolleranza, perfino gli affetti più cari

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Perché agivo senza saperlo». L'accenno amaro di Paolo è autobiografico, ma risuona come una confessione e come un avvertimento pedagogico. È come se Paolo dichiarasse di essersi perso nei suoi pensieri e nel suo fanatismo, prima della sua conversione. Tuttavia proprio in questo ci offre un suggerimento. È come se dicesse: «Attenzione ai momenti nei quali vi sembra di dover seguire tutto il vostro istinto di libertà, identificandola con la Verità! È l'inganno peggiore e vi fa passare sopra qualsiasi altro valore: la misericordia, l'umiltà, la tolleranza, perfino gli affetti più cari!». Avrà pensato qualcosa di simile anche il figlio più giovane della parabola di Gesù, quando nella solitudine di una libertà risultata alla fine amara, cui non restava che invidiare i porci, ne ha visto gli effetti nefasti su se stesso e sulle persone più care. Ha capito che si era perduto. Il Vangelo insiste sul verbo perdere - perdersi. Si perdono le monete e le pecore, ma solo gli uomini rischiano di perdere realmente se stessi. Le prime basta cercarle e con un po' di fortuna si possono trovare. Gli uomini non basta cercarli, perché anche se si riuscisse a riportare i loro corpi dove erano prima, i loro cuori navigherebbero altrove. Bisogna perciò attenderli, non smettendo di amarli nemmeno un momento. Solo un amore come quello del padre, che non avanza nessuna pretesa, può causare il miracolo del ravvedersi, cioè di vedere realmente se stessi nella solitudine di chi ha tradito l'amore. Ciò causa non una marcia all'indietro, un semplice ritorno all'ovile, come a torto si dice e si pensa, ma un nuovo cammino: quello di chi finalmente comincia ad amare chi lo ama, avendo scoperto che il vero amore non è mai una prigione per la propria libertà, ma ne è il predellino da cui si spazia e persino si vola verso una vita più autentica.

PREGHIERA
Ho percorso spesso questo viottolo che s'immerge tra i carrubi,
ma non avevo ancora pensato
che lo stesso odore pungente e dolciastro
deve aver sentito quel figlio, intento a guardare i maiali,
che, a differenza di lui, avevano diritto
di mangiarne i ruvidi e neri baccelli...
Ma no, non era solo la fame
che spingeva quel tuo figlio, come ogni altro,
a ritornare a te. Questa era solo il pretesto, perché è più facile
ammettere d'aver fame di pane che aver fame d'amore,
O Signore, quanto siamo sciocchi alle volte,
soprattutto quando pensiamo
di poter fare tutto da soli e ci avviamo anche noi verso i carrubi
e solo il grugnito dei maiali dentro e fuori di noi ci tiene compagnia.
Ti preghiamo, ora che abbiamo capito
dove approda e si perde quella strada, aiutaci a trovare quella giusta,
che conducendoci a te ci conduce alla parte
più grande di noi stessi.
E se anche non meritassimo più
il nome di figli e non avessimo altro da offrirti
che la stanchezza di una lunga via e tutta la nostra vergogna,
prendici ancora nella tua casa:
Anche il solo sapere che tu sei presente qui vicino a noi
accenderà le luci della festa
che mai più si spegneranno. (GM/12/09/10)

1 Timoteo (1,12-17) - «Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia ... mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori ... ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna...».

Vangelo di Luca (15,1-32) - In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta". Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto". Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto... Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. .. Il figlio maggiore ... si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo... "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"».

11/09/2010
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