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NATALE 2010. Dio si offre come pane e come sapienza che parla attraverso le cose più semplici

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò il censimento di tutta la terra». Inizia in questo modo il racconto dell'emigrazione di Giuseppe e Maria, con nel grembo Gesù, che si trova a nascere per ordine dell'imperatore "Augusto" a Betlemme, dove «si compirono i giorni del parto». Ma è proprio così? Sì e no, come accade sempre con gli eventi salvifici, che Dio porta a compimento nella trama delle vicende umane. La lieta notizia è proprio questa, ed è proclamata da Luca, non senza quell'ironia che accompagna la riflessione teologica sulla storia. Infatti se Augusto "ordina" il censimento e la coppia natalizia "ubbidisce", ciò avviene nel contesto di un "piano stabilito" da parte di Colui che è il «mistero augusto, tremendo e affascinante» (misterium augustum, tremendum et fascinans, secondo Rudolf Otto, storico delle Religioni). Si compiono proprio ora i giorni di quel parto, pensato da secoli e finalmente realizzato, grazie al consenso di Maria. A lei, come ad ogni uomo, Dio non impartisce semplicemente degli ordini, ma chiede una collaborazione. Da oggi in poi non la chiede dall'alto di quel suo inarrivabile mistero, ma da una "mangiatoia", il cui nome greco sembra alludere anche al cesto del pane. In un mondo assetato di sapienza e di pane, Dio si offre come pane e come sapienza che parla attraverso le cose più semplici, già dalla nascita di Gesù su questa nostra terra. Anzi egli stesso ci parla da una grotta-stalla, quasi ad indicare che egli ci raggiunge sempre e comunque, scendendo nella nostra realtà più profonda e nascosta: sia che si tratti della nostra realtà individuale, sia che si tratti della storia generale, che ci appare talora del tutto indecifrabile.

Preghiera
È una grotta quella che accoglie, Gesù,
il tuo primo respiro tra di noi.
C'è il fieno e ci sono animali alloggiati alla meglio
e ci sono, frastornati da tanto Mistero,
tua Madre e Giuseppe, che dal primo istante
ti ha preso come suo figlio.
È una stalla, ma che in quel tuo primo vagito
risplende più luminosa della reggia più bella.
Sembra un regale palazzo, dove il cosmo si concentra
in un piccolo spazio: tra le rocce e la terra
la luce ed i fuochi che rischiaran la notte
e l'aria che entra e si mischia
a quella delle tue creature come chiamate all'appello.
C'è come l'acqua primordiale del caos
che si ritira per far apparire un cosmo rinnovato,
su quale lentamente si alza l'ultimo e il primo giorno,
stampato sul tuo sorriso di bimbo innocente.
(GM/Natale/10)

Vangelo di Luca (2,1-14) - In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

24/12/2010
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