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Il liceo di Scalea ha discusso di legalità

SCALEA - Aderendo all’invito del Direttore generale della Calabria Francesco Mercurio, anche il Liceo scientifico Metastasio di Scalea ha organizzato, nei giorni scorsi un incontro dedicato al tema dell’educazione alla legalità. La manifestazione che ha coinvolto tutti i settecento studenti e i docenti dell’istituto di istruzione superiore della Riviera dei cedri, si è svolto nella sala polifunzionale del Comune di Scalea ed ha posto al centro della riflessione comune il problema della piena cittadinanza in una regione come la Calabria dove la democrazia, la legalità e l’esercizio dei diritti di ciascuno sono quotidianamente messi in discussione da una criminalità organizzata sempre più arrogante, invadente e cinica, come dimostra l’omicidio del vice Presidente del Consiglio regionale Franco Fortugno.
Questioni di stringente attualità che hanno scosso la coscienza civile della popolazione e che sono diventate occasione per un vivace ed interessantissimo dibattito, a dimostrazione di quanto sia profonda la sensibilità dei giovani rispetto a questi temi. I lavori, coordinati da Enrico Esposito, docente del Metastasio di Scalea, sono stati introdotti dagli interventi dei rappresentanti degli studenti e dal Dirigente scolastico Rosario D’Arco il quale ha illustrato brevemente anche i risultati di un’indagine, condotta fra gli studenti delle quinte classi, riguardante il grado di percezione di varie tipologie di reati e del loro livello di gravità.
Il sindaco di Scalea Mario Russo nel suo intervento di saluto ha posto l’accento sui problemi che riguardano l’azione della magistratura calabrese e la necessità di operare una maggiore collaborazione fra i diversi livelli istituzionali della nostra regione. Un ricco ventaglio di spunti di riflessione sono stati forniti dalle relazioni che hanno occupato la parte centrale della manifestazione e che sono state svolte da Cesare Pitto, docente di Antropologia culturale dell’Università della Calabria e dal teologo don Giovanni Mazzillo.
Entrambi hanno richiamato i fenomeni di natura sociale, politica e culturale che producono una “mentalità mafiosa”, dalla quale si può uscire solo attraverso un pieno recupero degli spazi di legalità e di democrazia che si traducono in un più autentico esercizio del proprio diritto di cittadinanza. Particolarmente interessante il dibattito finale, che ha coinvolto un gran numero di studenti i quali hanno dato vita ad un confronto serrato e di alto livello di contenuti.
Molto significativi alcuni spunti riguardanti il richiamo al senso di responsabilità dei calabresi i quali, ben lungi dal cedere alla tentazione di fuggire magari per disprezzare poi la propria terra di origine, devono cogliere come un doppio impegno morale quello di “restare per cambiare la realtà in cui vivono, contro il ricatto mafioso”.
(san.pio gio.)
11/11/2005
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