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ORSOMARSO - Il vecchio muro di una delle case che affaccia sul corso Vittorio Emanuele III, praticamente l'ultimo re d'Italia (se si esclude l'esperienza del "re di maggio"), conserva la tabella ricavata sull'intonaco con le iniziali del proprietario S. G. l'anno di edificazione, il 1930. Comincia così, quasi per caso, il nostro viaggio nel centro storico di Orsomarso.
Un viaggio che abbiamo fatto già decine, o forse centinaia di volte, ma che adesso vogliamo documentare con le immagini fotografiche e descrivere cercando di metterne in evidenza sia le caratteristiche architettoniche e, soprattutto, per richiamare l'attenzione sulla grave emergenza che ormai rischia di abbattersi su un centro storico che, nonostante gli interventi a volte scriteriati, conserva le sue caratteristiche di borgo medievale, incastonato nella roccia viva che riemerge da ogni angolo.
Un sistema di costruzioni che sembrava dovesse essere indistruttibile, ma che il progressivo abbandono e l'inesorabile trascorrere del tempo, hanno reso sempre più precario e ormai sul punto di collassare tutto in una volta se non si porranno immediatamente in essere interventi organici e seri di recupero urbanistico. Un'immagine molto eloquente è rappresentata da quella che l'abitazione di un certo Rodolfo, personaggio molto noto ad Orsomarso per le sue competenze in medicina acquisite durante la guerra come infermiere di campo. Fu responsabile del dispensario farmaceutico di Orsomarso e colui che, almeno fino ai primi anni Settanta, somministrava le cure prescritte (soprattutto le punture) dai medici di base alla popolazione del paese.
Quella che fu la sua dimora è ormai ridotta a poco più di un rudere, che dal tetto sfondato, dai pavimenti e attraverso la porta crollata lascia intravedere l'interno di una tipica abitazione del novecento, il focolare, il forno, la dispensa a muro e l'enorme cassone in legno che era praticamente il luogo in cui si conservava le derrate alimentari per tutte le stagioni dell'anno. Nella penombra si possono ancora scorgere varie suppellettili, brandelli di libri, quaderni, riviste, indumenti, coperte e capi di biancheria ormai seppelliti dalla polvere e fra le muffe del materiale crollato.
Un'immagine emblematica di una situazione di degrado e abbandono che potremmo ritrovare sempre più spesso nel nostro viaggio nel centro storico di Orsomarso e al quale bisogna assolutamente porre riparo.
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